Dilaga l'uso di integratori di proteine tra i giovani americani: due genitori su cinque (41%), specie quelli dei maschi adolescenti (46%), affermano che nell'ultimo anno il loro figlio ha consumato integratori proteici, tra cui barrette proteiche (31% dei ragazzi contro il 27% delle ragazze; 29% in totale), frullati (28% dei ragazzi contro il 19% delle ragazze; 23% in totale), proteine in polvere (20% dei ragazzi contro il 10% delle ragazze; 15% in totale), o ha seguito una dieta ad alto contenuto proteico (7% dei ragazzi contro il 2% delle ragazze; 4% in totale).
Perché la dieta mediterranea è il modello alimentare ideale per l’assunzione di proteine? Perché le nostre scelte a tavola sono fondamentali per noi e per il mondo in cui viviamo? Quale deve essere l’apporto proteico nelle varie età della vita e in chi fa sport?
Guardando al futuro, gli alimenti a base proteica, se permane l’attuale modello alimentare e di fronte a un costante incremento della popolazione planetaria, richiederanno una particolare attenzione per poter assicurare la sostenibilità su scala globale. Ma allora quali proteine saranno disponibili, oltre a quelle di origine animale e vegetale, già presenti nella nostra tradizione gastronomica? Le scelte future saranno compatibili con il modello di sviluppo agricolo italiano? E cosa ne pensano i consumatori? Di questo si è discusso nei giorni scorsi a Roma nel corso della V edizione della “Giornata della Nutrizione”, organizzata dal Crea Alimenti e Nutrizione.
Una dieta sana e sostenibile potrebbe in futuro non troppo lontano arricchirsi di approcci inediti. Se ne è parlato di recente al 20° congresso della Società italiana di scienze dell’alimentazione (Sisa), che si è tenuto a Roma presso l’Università La Sapienza, durante il quale è stato portato l’esempio degli insetti edibili, caratterizzati da importanti valori nutrizionali e da una sostenibilità ambientale, visto che richiedono minore uso di acqua, terreno, emissione di gas serra.