Carne sintetica, Crea: mancano evidenze robuste. A Roma laboratorio per studio dei metaboliti

17 Novembre 2022

Guardando al futuro, gli alimenti a base proteica, se permane l’attuale modello alimentare e di fronte a un costante incremento della popolazione planetaria, richiederanno una particolare attenzione per poter assicurare la sostenibilità su scala globale. Ma allora quali proteine saranno disponibili, oltre a quelle di origine animale e vegetale, già presenti nella nostra tradizione gastronomica? Le scelte future saranno compatibili con il modello di sviluppo agricolo italiano? E cosa ne pensano i consumatori? Di questo si è discusso nei giorni scorsi a Roma nel corso della V edizione della “Giornata della Nutrizione”, organizzata dal Crea Alimenti e Nutrizione.

I ricercatori del Crea hanno realizzato un questionario per valutare l’opinione e la percezione dei consumatori in merito ai prodotti analoghi o alternativi alle proteine di origine animale. Gli intervistati sono principalmente di età compresa fra i 30 e i 59 anni (65%), residenti nel Lazio (51%) e con titolo di studio elevato (laurea o superiore, 67%), in prevalenza donne (73%). Inoltre, si dichiarano onnivori (90%) e, solo in minima parte, vegetariani (5%) e vegani (meno dell’1%).

Un campione che, pur non essendo rappresentativo della popolazione italiana, può fornire comunque utili indicazioni relative a tendenze in atto.

Gusto (61%), salute (56%) e caratteristiche nutrizionali (51%) guidano le scelte alimentari degli intervistati, mentre seguono distanziati costo (38%), tutela dell’ambiente (22%) e praticità d’uso (20%).

Nello specifico, per quanto riguarda il consumo di carne, il 48,5% assume quella rossa 1-2 volte/settimana e il 33% meno di una volta/settimana, mentre il 46% mangia quella bianca una volta o meno a settimana e il 40% 2-3 volte/ a settimana. Da notare, però che il 65% è propenso a ridurne le quantità, da sostituire con legumi/prodotti a base di legumi (84%), pesce (67%), uova (46%), cereali e loro prodotti derivati (33%), formaggi (26%), funghi e derivati (17%) e alghe e derivati (9%).

Quindi fra i prodotti alternativi alle proteine animali prevalgono i derivati da legumi (burger, polpette, pasta), con il 65% li ha consumati in passato o li consuma.

Per quanto riguarda fonti proteiche lontane dalla nostra tradizione, prevale la diffidenza: solo il 30% degli intervistati assaggerebbe farina di insetti (il dato precipita addirittura all'8% se si parla di insetti interi), mentre si scende ancora al 25 % se si parla di disponibilità a provare la carne sintetica.

La ricerca sui nuovi prodotti alimentari

Secondo il Crea, sui prodotti alternativi alla carne mancano evidenze scientifiche robuste, la definizione di un protocollo di produzione e una chiara regolamentazione. Ed è ancora tutto da definire anche il percorso per raggiungere l’equivalenza nutrizionale, organolettica e culturale. Il Crea ha supportato il ministero dell’Agricoltura nella costruzione del Piano strategico nazionale, il documento cardine della politica agricola italiana per i prossimi anni.

“Il Crea sostiene su basi scientifiche che il modello di sviluppo zootecnico del Psr che il Governo italiano e tutte le Regioni hanno approvato e inviato all’Ue sia sostenibile e vincente per il territorio e per i cittadini”, sostiene Stefano Vaccari, direttore generale del Crea. “In quel modello di sviluppo non c’è spazio per produzioni di proteine sintetiche in sostituzione della zootecnica.”

La ricerca continua su questi prodotti, soprattutto per comprendere le ricadute sui consumatori. A tal fine i Centri Crea Alimenti e Nutrizione e Genomica e Bioinformatica stanno realizzando a Roma un laboratorio specifico per lo studio dei metaboliti della carne sintetica.

“L'analisi dei metaboliti, ossia dei composti presenti nella carne sintetica e derivanti a seguito della sua assunzione, sarà fondamentale per valutarne l'eventuale impatto sulla salute umana”, conclude Emanuele Marconi, direttore del Crea Alimenti e Nutrizione. (n.m.)

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