Corpi chetonici allo studio contro Covid-19

20 Luglio 2020

I corpi chetonici come possibile terapia contro Covid-19, influenza e altre malattie respiratorie. Un’ipotesi suggerita da un gruppo di lavoro del Buck institute for research on aging, con sede a Novato, in California, sulla base di una review pubblicata da Med, rivista del gruppo Cell Press.

A guidare la ricerca, John Newman, tra i maggiori esperti internazionali in ambito geriatrico, il quale sottolinea come sia evidente il forte impatto di Covid-19 sulla popolazione anziana e come comorbidità legate all’invecchiamento quali diabete o malattie cardiovascolari ne aggravino il quadro clinico.

Da qui, l’attenzione rivolta ai corpi chetonici, ampiamente studiati proprio per il loro ruolo nei processi di invecchiamento e nelle malattie correlate.

I corpi chetonici sono composti prodotti naturalmente durante il metabolismo dei grassi. Forniscono energia alle cellule e possono anche riprogrammarne alcune funzioni. Come noto, una dieta chetogenica, ad alto contenuto di grassi e basso contenuto di proteine ​​e carboidrati, accelera la produzione del principale chetone, l’acido beta-idrossibutirrico (Bhb).

Cautela, innanzitutto, dallo stesso Newman: "Voglio essere chiaro: non ci sono prove che una dieta chetogenica sia in alcun modo protettiva contro Covid-19", sottolinea. "Anzi, alcuni segnali suggeriscono che Bhb possa promuovere la replicazione virale di Sars-Cov2, il virus specifico che causa la malattia. D’altro canto, però, sappiamo che Bhb esercita un’azione protettiva contro molti fattori di rischio legati all'età che entrano in gioco nella prognosi di Covid-19 e quindi può essere un’opportunità unica seguire questa strada di ricerca”

La review prende in esame alcuni piccoli studi clinici nell'uomo che hanno dimostrato come il Bhb sia in grado di migliorare la funzione cardiaca in casi di scompenso piuttosto che quella cognitiva. Dati di laboratorio mostrano risultati promettenti contro il diabete di tipo 2 e nel controllo dei processi infiammatori. L'aumento dei chetoni nel sangue sembra proteggere dai danni tissutali correlati a ipossia, molto frequenti in corso di gravi infezioni respiratorie. Clinici della Johns Hopkins University stanno addirittura programmando un test sull’impiego di una dieta chetogenica in un piccolo gruppo di pazienti intubati affetti da Covid-19. La speranza è che il protocollo migliori gli scambi di ossigeno, riduca la necessità di ventilazione meccanica e l'infiammazione sistemica che porta alla tempesta di citochine, anticamera molto frequente della sindrome da distress respiratorio acuto.

"La ricerca di base ha messo in evidenza la capacità di Bhb di inibire direttamente l'attivazione della via pro-infiammatoria mediata dal complesso Nlrp3, centrale nella patogenesi di Covid-19 e che probabilmente contribuisce alla tempesta di citochine", dice Brianna Stubbs, ricercatrice al Buck institute, esperta in chetoni e principal investigator della review. "Comprendere in che modo il Bhb influisca sull'immunità innata a seguito dell'infezione è uno dei nodi chiave che speriamo i ricercatori siano desiderosi di sciogliere nel prossimo futuro."

Conclude Newman: "Non c’è solo la mortalità a dare preoccupazione in caso di Covid-19. Alcuni guariti, dopo le dimissioni dall’ospedale presentano gravi disturbi della memoria, affaticamento, debolezza muscolare, difficoltà respiratorie. Considerato che Bhb e altri chetoni esercitano un’azione pleiotropica nell’organismo, l’auspicio è che si avviino studi clinici che testino l'efficacia di un’integrazione di chetoni nel potenziare la funzione muscolare e nell’attenuare i disordini neurologici. Studiare i corpi chetonici non è solo promettente nella lotta contro Covid-19, ma può portare a risultati in grado di aiutare tutti noi a vivere meglio e più a lungo, al di là della pandemia."

Nicola Miglino

Top
Questo sito utilizza i cookies, che consentono di ottimizzarne le prestazioni e di offrire una migliore esperienza all'utente. More details…