Dieta, meglio più o meno proteine per il cuore? Metanalisi scioglie i dubbi

15 Luglio 2021

Diete a più alto contenuto proteico danno maggiore protezione nei confronti di fattori di rischio cardiometabolico rispetto a quelle con apporto inferiore di proteine. Questi i risultati di una metanalisi da poco pubblicata su Atherosclerosis, che ha preso in esame 54 studi clinici randomizzati, per un totale di 4.344 partecipanti (65% donne, età media: 46±10 anni, Bmi medio: 33±3 kg/m2), con una durata media di 18 settimane.

Obiettivo: valutare gli effetti di diete ad alto contenuto proteico (Hp) rispetto a diete a basso contenuto proteico (Lp) sui principali fattori di rischio cardio-metabolico: perdita di peso, indice di massa corporea, circonferenza vita, massa grassa, pressione sistolica e diastolica, colesterolo totale, c-Hdl, c-Ldl, trigliceridi, glicemia e insulina a digiuno, emoglobina glicata.

Rispetto alle diete Lp (proteine: 10-23%), le Hp (proteine: 20-45%) risultano associate a maggiore perdita di peso (Smd -0,13, 95% Ci: -0,23, -0,03) e a maggiore riduzione della massa grassa (Smd -0,14, 95% Ci: -0,24, -0,04), della pressione sistolica (Smd -0,12, 95% CI: -0,21, -0,02), del colesterolo totale (Smd -0,11, 95% CI: -0,19, -0,02), dei trigliceridi (Smd -0,22, 95% CI: -0,30, -0,14) e dell’insulina (Smd -0,12, 95% CI: -0,22, -0,03). Non sono state osservate differenze significative per gli altri parametri considerati.

Così commentano gli Autori: Le diete ad alto contenuto proteico hanno mostrato effetti modesti, ma significativi su diversi indicatori di rischio cardiovascolare. Tra le possibili spiegazioni, l’azione saziante e la preservazione della massa magra delle proteine nonché l’attività Ace-inibitoria di alcuni peptidi presenti in diverse fonti alimentari quali latticini, pesce, carne, prodotti a base di uova, soia, riso e frutta a guscio”.

Pur considerando il rigore dell’approccio metodologico, gli stessi Autori sottolineano la necessità di futuri studi clinici che valutino, da una parte, l'efficacia delle diete Hp rispetto a quelle Lp in soggetti con malattie croniche e, dall’altra, gli effetti delle proteine da varie fonti alimentari (animali o vegetali) su patologie e fattori di rischio cardio-metabolici, nonché l’incidenza della composizione della dieta nei restanti macronutrienti.

Nicola Miglino

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