Polifenoli nella prevenzione della disfunzione endoteliale

10 Novembre 2021

Negli ultimi anni è aumentato esponenzialmente l’interesse per gli effetti benefici che i polifenoli hanno sulla salute umana. A partire dagli anni Ottanta, sono stati pubblicati su PubMed più di 10 mila studi che riportano molteplici effetti dei polifenoli su un’ampia gamma di patologie, tra cui quelle cardiovascolari, la cui elevata incidenza a livello mondiale è tra le principali cause di mortalità, morbilità e disabilità.

I polifenoli costituiscono una famiglia di circa 5 mila molecole organiche prodotte principalmente dalle piante, generalmente introdotte con la dieta. Purtroppo, durante i processi della filiera agroalimentare, il prodotto finito risulta essere depauperato di queste molecole bioattive, con la conseguente generazione di un’enorme quantità di residui ricchi di polifenoli potenzialmente utili per diverse applicazioni come, per esempio, in integratori alimentari o sotto forma di ingredienti per cosmetici.

La disfunzione endoteliale rappresenta l’indicatore iniziale dello stato infiammatorio e delle complicanze macro e microvascolari, che portano, per esempio, ad aterosclerosi e ipertensione. Diversi studi hanno dimostrato che l’assunzione di polifenoli può avere un’attività benefica sull’endotelio vascolare associata non solo alle loro proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, ma anche a meccanismi aggiuntivi come la capacità di modulare il metabolismo dei lipidi e altri target quali l’acido urico, l’ossido nitrico e la Trimetil ammina N-ossido (Tmao).

Recenti studi in letteratura suggeriscono che i polifenoli agiscono a livello delle cellule endoteliali non come cosiddetti scavengers di radicali liberi ma attraverso la modulazione di precise vie di segnalazione, alcune più note, come quella mediata dal fattore di trascrizione Nrf2, e altre meno note, tra cui quella mediata dai recettori Notch.

I polifenoli si caratterizzano per stabilità e biodisponibilità piuttosto basse, con uno scarso assorbimento a livello intestinale, che ne riduce notevolmente il passaggio nella circolazione sistemica. Anche se molti studi clinici hanno rivelato un impatto positivo su alcuni marcatori specifici di rischio cardiovascolare in soggetti che assumevano integratori a base di specifici polifenoli, è sempre utile monitorare aspetti fondamentali come la biodisponibilità e la sicurezza delle formulazioni che li contengono, per avere un quadro più chiaro del reale potenziale nella prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari.

Congresso Sinut 2021, dalla relazione di Cristiana Caliceti, dipartimento di Scienze biomediche e neuromotorie, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna

 

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