-->

Guggul, la gomma indiana con proprietà ipolipemizzanti

14 Aprile 2021

Guggul è stato introdotto per la prima volta nel mondo scientifico da un ricercatore medico indiano, GV Satyavati, nel 1966, e a lui si devono le valutazioni scientifiche delle proprietà ipolipemizzanti degli estratti solubili delle resine della specie Commiphora.

Viene segnalato anche per il trattamento di trombosi e bronchiti croniche, acne nodulocistica, gengiviti, tonsilliti croniche e carie dei denti. Ha un ampio uso etnobotanico da parte delle tribù Garsarias, Saharia e Kalbelia, e sono molte le formulazioni ayurvediche contenenti guggul, per esempio Maha Yogaraja Guggulu, Chandraprabha Vati e Triphala guggulu, ancora oggi disponibili nel mercato indiano.

Nel 1986, l'essudato di gomma-resina dell'albero C. wightii è stato approvato in India per la commercializzazione come agente ipolipemizzante e dal 1994 la gomma di guggul è stata introdotta nella letteratura medica occidentale, contribuendo alle opportunità terapeutiche per il trattamento di obesità e dislipidemie, tanto che la sua popolarità per questo uso è in aumento negli Stati Uniti e nell'Europa occidentale.

In diversi studi, sia in modelli animali, sia nell’uomo, e per lo più condotti in India, il guggul ha dimostrato di ridurre sia le lipoproteine a bassa densità (c-Ldl), sia il colesterolo sia i trigliceridi. In uno studio indiano del 1989, gli effetti sull'abbassamento del colesterolo del guggul e del clofibrato, un farmaco ipolipemizzante, sono stati confrontati in uno studio crossover in doppio cieco che ha coinvolto 125 pazienti con ipercolesterolemia: dopo 12 settimane, la gomma di guggul aveva abbassato i livelli medi di colesterolo totale e trigliceridi rispettivamente dell'11 e del 16,8%.

In un altro studio indiano controllato con placebo del 1994, il guggul ha abbassato il livello medio di colesterolo totale dell'11,7%, il c-Ldl del 12,5%, i trigliceridi del 12% e il rapporto colesterolo totale/ Hdl dell'11,1%.

Sono state proposte diverse ipotesi per spiegare questi effetti. Anche se il guggul contiene più di 150 composti, e continuano a esserne segnalati di nuovi, si presume che due guggulsteroni siano i componenti bioattivi e sembra che l'attività ipocolesterolemizzante sia causata dall'inibizione del recettore X farsinoide e del recettore degli acidi biliari, due strutture chiave a livello di nucleo cellulare nella regolazione degli acidi biliari e nel metabolismo del colesterolo.

Nel complesso, sperimentazioni pre-cliniche e cliniche esistenti fino a oggi supportano fortemente le affermazioni terapeutiche del guggulsterone, ma servono ulteriori studi per determinare la dose esatta e i tempi di trattamento. Inoltre, in molto studi sono stati segnalati disturbi gastrointestinali e reazioni dermatologiche. Altre note di attenzione: in letteratura è suggerito che il guggul aumenti il metabolismo degli ormoni tiroidei, particolarmente importante per chi assume terapia sostitutiva della tiroxina e interagisca con la biodisponibilità di altri farmaci, come il beta-bloccante propranololo e il calcio-antagonista diltiazem.

Silvia Ambrogio

Bibliografia

  • Isomers of guggulsterone in hyperlipidemia. Obesity Medicine; 9 February 2021; Volume 22 (Cover date: March 2021).
  • Guggul for hyperlipidemia: a review by the natural standard research collaboration. Complementary therapies in medicine. December 2005; volume 13, Issue 4, pages 279-290.
  • Complementary and alternative medicine for lowering blood lipid levels: a systematic review of systematic reviews. Complementary therapies in medicine. December 2016; volume 29; pages 141-151.
  • Lipid lowering agents of natural origin: an account of some promising chemotypes.
  • European journal of medicinal chemistry; 14 September 2017; volume 140 (Cover date: 10 November 2017). Pages 331-348.
  • Protective effects of medicinal plant against diabetes induced cardiac disorder: a review. Journal of ethnopharmacology; 29 August 2020. Volume 265 (Cover date: 30 January 2021).
  • Traditional herbs: a remedy for cardiovascular disorders. Phytomedicine. 2016 Oct 15; 23(11):1082-9. doi: 10.1016/j.phymed.2015.10.012. Epub 2015 Nov 10.

 

 

Top
Questo sito utilizza i cookies, che consentono di ottimizzarne le prestazioni e di offrire una migliore esperienza all'utente. More details…