Viene segnalato anche per il trattamento di trombosi e bronchiti croniche, acne nodulocistica, gengiviti, tonsilliti croniche e carie dei denti. Ha un ampio uso etnobotanico da parte delle tribù Garsarias, Saharia e Kalbelia, e sono molte le formulazioni ayurvediche contenenti guggul, per esempio Maha Yogaraja Guggulu, Chandraprabha Vati e Triphala guggulu, ancora oggi disponibili nel mercato indiano.
Nel 1986, l'essudato di gomma-resina dell'albero C. wightii è stato approvato in India per la commercializzazione come agente ipolipemizzante e dal 1994 la gomma di guggul è stata introdotta nella letteratura medica occidentale, contribuendo alle opportunità terapeutiche per il trattamento di obesità e dislipidemie, tanto che la sua popolarità per questo uso è in aumento negli Stati Uniti e nell'Europa occidentale.
In diversi studi, sia in modelli animali, sia nell’uomo, e per lo più condotti in India, il guggul ha dimostrato di ridurre sia le lipoproteine a bassa densità (c-Ldl), sia il colesterolo sia i trigliceridi. In uno studio indiano del 1989, gli effetti sull'abbassamento del colesterolo del guggul e del clofibrato, un farmaco ipolipemizzante, sono stati confrontati in uno studio crossover in doppio cieco che ha coinvolto 125 pazienti con ipercolesterolemia: dopo 12 settimane, la gomma di guggul aveva abbassato i livelli medi di colesterolo totale e trigliceridi rispettivamente dell'11 e del 16,8%.
In un altro studio indiano controllato con placebo del 1994, il guggul ha abbassato il livello medio di colesterolo totale dell'11,7%, il c-Ldl del 12,5%, i trigliceridi del 12% e il rapporto colesterolo totale/ Hdl dell'11,1%.
Sono state proposte diverse ipotesi per spiegare questi effetti. Anche se il guggul contiene più di 150 composti, e continuano a esserne segnalati di nuovi, si presume che due guggulsteroni siano i componenti bioattivi e sembra che l'attività ipocolesterolemizzante sia causata dall'inibizione del recettore X farsinoide e del recettore degli acidi biliari, due strutture chiave a livello di nucleo cellulare nella regolazione degli acidi biliari e nel metabolismo del colesterolo.
Nel complesso, sperimentazioni pre-cliniche e cliniche esistenti fino a oggi supportano fortemente le affermazioni terapeutiche del guggulsterone, ma servono ulteriori studi per determinare la dose esatta e i tempi di trattamento. Inoltre, in molto studi sono stati segnalati disturbi gastrointestinali e reazioni dermatologiche. Altre note di attenzione: in letteratura è suggerito che il guggul aumenti il metabolismo degli ormoni tiroidei, particolarmente importante per chi assume terapia sostitutiva della tiroxina e interagisca con la biodisponibilità di altri farmaci, come il beta-bloccante propranololo e il calcio-antagonista diltiazem.
Silvia Ambrogio
Bibliografia
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