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Obesità e sindrome metabolica in età pediatrica: ruolo degli integratori

15 Febbraio 2023

L'uso di integratori alimentari è in aumento come approccio terapeutico all'obesità e alla sindrome metabolica di bambini e adolescenti. Sebbene gli studi controllati randomizzati a disposizione siano scarsi e per lo più condotti su campioni di piccole dimensioni, in particolare nei bambini con sindrome metabolica o in adolescenti con sindrome dell’ovaio policistico, sono stati riportati benefici clinici sull'equilibrio lipidico e glicemico sia a breve che a medio termine.

Il D-chiro-inositolo e il mio-inositolo sono due stereoisomeri dell'inositolo che si trovano facilmente nelle diete a base vegetale. Sono considerati sensibilizzanti all'insulina e sono tra i primi composti a essere stati valutati in queste fasce d’età.

In uno studio condotto su 11 bambini con obesità, di età compresa tra 7 e 15 anni, supplementati con inositolo per sei mesi (mio-inositolo 1.100 mg + D-chiro-inositolo 27,6 mg + acido folico 400 μg), si è riscontrata, rispetto al gruppo di controllo, una maggiore riduzione dell'insulina a digiuno e gli stessi risultati si sono ottenuti su glicemia e insulina dopo 120 minuti.

Inoltre, in un altro studio condotto su 44 ragazze con sindrome dell’ovaio policistico e obesità, è stato riportato un miglioramento della funzione ovulatoria, della pressione arteriosa e delle concentrazioni plasmatiche di trigliceridi quando la loro alimentazione è stata integrata con 1.200 mg/die di D-chiro-inositolo per otto settimane.

Dati recenti suggeriscono che la sintesi di acido docosaesaenoico (Dha) differisce tra bambini con obesità grave e bambini di peso normale.  In uno studio caso-controllo, i bambini con maggiore peso corporeo hanno mostrato livelli plasmatici più elevati di acidi grassi Omega-6 rispetto agli Omega-3, e il Bmi era associato negativamente ai livelli plasmatici di Dha e, quindi, correlato al grado di obesità.

Un altro studio su 57 bambini con lipidemia normale, di età compresa tra 8 e 13 anni, ha riportato, dopo un anno di intervento nutrizionale, che i bambini obesi avevano un livello plasmatico ridotto di acidi grassi saturi e una maggiore concentrazione di acidi grassi monoinsaturi, Pufa Omega-6, Omega-3, acido arachidonico (Aa), Dha e rapporto Dha/Aa.

Uno studio clinico controllato randomizzato condotto su 60 bambini con Nafld ha mostrato che l'integrazione con Dha (sia 250 che 500 mg/die) ha ridotto la steatosi epatica e migliorato l'indice Homa-Ir. Una metanalisi del 2015, che ha esaminato 19 studi osservazionali condotti su bambini con obesità, ha riportato valori di Lc-Pufa plasmatici alterati, in particolare per quanto riguarda la serie Omega-6, nonché una ridotta attività della desaturasi Δ5 e un aumento dei livelli di Aa, correlati con disregolazione del metabolismo.

I dati di un recente studio sull'effetto di 4 mesi di integrazione di 500 mg/giorno di Dha, combinati o meno con interventi dietetici e dello stile di vita, sul microbiota intestinale e sui parametri biochimici metabolici in una popolazione pediatrica hanno mostrato una diminuzione del rapporto Firmicutes/Bacteroidetes. Poiché i risultati di questo studio erano migliori in chi assumeva anche l’integrazione, gli autori suggeriscono un forte impatto del Dha sul microbiota intestinale indipendentemente dall'intervento sulla dieta e sullo stile di vita, sebbene siano necessari ulteriori dati per trarre conclusioni definitive.

È però già evidente che l'uso di probiotici, prebiotici o simbiotici (prodotti contenenti pre e probiotici insieme) abbia effetti positivi in questi giovani pazienti, modificando il microbiota intestinale, modulando l'assorbimento di nutrienti specifici e migliorando gli esiti metabolici.

In uno studio randomizzato in triplo cieco con 64 bambini obesi che hanno ricevuto una capsula probiotica (con Lactobacillus acidophilus, Bifidobacterium lactis, Bifidobacterium bifidum e Lactobacillus rhamnosus) per 12 settimane, si è osservato un miglioramento nella classificazione della Nafld e una riduzione dei valori di Ast e Alt, colesterolo totale, Ldl e trigliceridi. In un altro lavoro, condotto con 22 bambini obesi (8-12 anni) e l'integrazione di Lactobacillus GG per otto settimane, gli autori hanno mostrato una diminuzione dell'aminotransferasi e cambiamenti nel Bmi e nel grasso viscerale.

Altri integratori, in particolare riso rosso fermentato, berberina e curcumina, si sono dimostrati utili nel trattamento della sindrome dell’ovaio policistico nella ragazza giovane sempre mediante il miglioramento dell'insulino resistenza, ma dato il numero limitato di studi per dimostrare la loro efficacia nell’adolescente sono al momento trattamenti potenzialmente interessanti da esplorare in studi futuri.

Silvia Ambrogio

Bibliografia

  • Polycystic Ovary Syndrome in Insulin-Resistant Adolescents with Obesity: The Role of Nutrition Therapy and Food Supplements as a Strategy to Protect Fertility. Nutrients 2021, 13(6), 1848
  • Effect of Docosahexaenoic Acid Supplementation on Microbiota in Obese ChiLdrEn: A Pilot Study. (The DAMOCLE Study). In Proceedings of the 1st International Electronic Conference on Nutrients_Nutritional and Microbiota Effects on Chronic Disease, Basel, Switzerland, 2–15 November 2020; Volume 21, pp. 1–9.
  • Effects of probiotics on nonalcoholic fatty liver disease in obese children and adolescents. J. Pediatr. Gastroenterol. Nutr. 2017, 64, 413–417.
  • Myoinositol and D-Chiro Inositol in Improving Insulin Resistance in Obese Male Children: Preliminary Data. Int. J. Endocrinol. 2016.

 

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