Epatotossicità da curcumina, evoluzione monitorata dal ministero della Salute

13 Maggio 2019

Sono diversi i casi segnalati in queste ultime settimane di epatite colestatica acuta, non infettiva e non contagiosa, riconducibili al consumo di curcuma, tutti, per fortuna, risoltisi favorevolmente. Il ministero della Salute ha nominato una Commissione per studiare il fenomeno. Dal momento che i casi sembrano essersi verificati con prodotti di ditte differenti, una delle ipotesi attualmente allo studio è che questi possano essere stati realizzati con una materia prima comune contaminata con sostanze epatotossiche. 

Essendo la situazione in continua evoluzione, si consiglia di consultare il sito del Ministero per un aggiornamento costante anche sui lotti coinvolti.

Così Marco Silano, direttore dell'Unità operativa Alimentazione, Nutrizione e Salute dell'Iss all’Adnkronos: “Le analisi proseguono e l'aumento delle segnalazioni di epatiti dovute al consumo di integratori a base di curcuma è atteso, perché ora il fenomeno è monitorato. Le Regioni hanno scritto alle Asl di segnalare tutti i casi. Ma potenzialmente ve ne potrebbero essere stati anche altri, in passato, non segnalati». La curcuma, oltre a essere una spezia, viene usata, precisa l'esperto, “per la perdita di peso a l'esperto, ma l'indicazione non è scientificamente provata. Gli accertamenti analitici sui lotti interessati sono negativi, nel senso che non abbiamo ancora individuato nessuna sostanza contaminate, o aggiunta in modo fraudolento, che potrebbe spiegare le intossicazioni. Tra le ipotesi al vaglio, il fatto che le epatiti possano esser collegate alla materia prima, ovvero alla curcuma importata e utilizzata per realizzare gli integratori. Sembra per ora non si sia trattato di casi di sovradosaggio». 

Dal canto suo, Federsalus, che rappresenta le aziende di settore, raccomanda in una nota "che il consumatore valuti con il proprio medico, in caso di trattamenti farmacologici concomitanti ed in relazione al proprio stato di salute, l’assunzione di prodotti con curcuma, rispettando le dosi consigliate ed ogni altra indicazione utile alla loro corretta assunzione".

E aggiunge: "A oggi, le Autorità non hanno identificato nessuna possibile causa degli effetti avversi; di contro, questa pianta è di tradizione e sicuro impiego alimentare, prevista e ammessa dal Decreto Ministeriale 10/08/2018 per essere utilizzata negli integratori alimentari. Anche il suo utilizzo come additivo alimentare (curcumina E 100) è stato giudicato sicuro dall’ Autorità europea di sicurezza alimentare (Efsa) e previsto dalla legislazione europea".

Le aziende di produzione e commercializzazione di integratori alimentari, si sottolinea, stanno condividendo con le autorità di competenza tutti i dati utili alla tracciabilità dei prodotti e alla possibile identificazione del rischio e stanno disponendo ogni azione utile alla garanzia del consumatore.

L’Associazione, infine, "alla luce delle criticità emerse nell’individuazione di tutti i numeri di lotto dei prodotti correlati ai casi segnalati e della mancata notifica ad alcuni degli operatori coinvolti, nell’interesse della salute e della sicurezza dei consumatori, comunica la propria disponibilità a collaborare con le Istituzioni al fine di individuare le procedure utili a definire un sistema di vigilanza efficace".

 

 

 

 

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