La ricerca, che ha coinvolto circa 3.000 soggetti, tra Stati Uniti ed Europa, ha messo in evidenza una stretta correlazione tra alti livelli ematici di xilitolo ed elevato rischio di eventi cardiovascolari a tre anni. Un terzo dei soggetti con la più alta quantità di xilitolo nel plasma, infatti, ha mostrato maggiori probabilità di incorrere in un evento cardiovascolare.
Il team ha condotto anche test preclinici sui topi, verificando come lo xilitolo sia in grado di favorire l’aggregazione piastrinica e il conseguente rischio di trombosi.
Come terzo step, i ricercatori hanno anche misurato l’attività piastrinica in una decina di soggetti prima e dopo aver ingerito una bevanda zuccherata con xilitolo. I livelli dello zucchero nel sangue sono aumentati di 1.000 volte entro 30 minuti dal consumo e sono tornati ai valori basali dopo 4-6 ore, mentre le piastrine sono diventate più sensibili ai segnali di coagulazione del sangue con livelli plasmatici di xilitolo più alti.
Lo xilitolo è il secondo zucchero alcolico indentificato dallo stesso team di ricerca come potenziale nuovo fattore di rischio cardiovascolare. Già lo scorso anno, infatti, risultati simili erano emersi per un altro sostituto dello zucchero, l'eritritolo,
"Questo nostro ultimo studio dimostra ancora una volta la necessità di indagare sugli alcoli dello zucchero e sui dolcificanti artificiali, soprattutto perché continuano a essere raccomandati per combattere condizioni come l'obesità o il diabete", afferma Stanley Hazen, direttore del dipartimento di scienze cardiovascolari e metaboliche della Cleveland Clinic e primo autore dello studio. "Non significa buttare via il dentifricio se contiene xilitolo, ma dovremmo essere consapevoli che il consumo di un prodotto che ne contiene livelli elevati potrebbe aumentare il pericolo di eventi correlati alla formazione di coaguli di sangue". (n.m.)