«L’obesità è una malattia eterogenea e multifattoriale influenzata da fattori genetici, ambientali e psicologici e rappresenta un importante fattore di rischio per diverse malattie non trasmissibili, tanto che si stima che il 44 per cento dei casi di diabete tipo 2, il 23 per cento dei casi di cardiopatia ischemica e fino al 41 per cento di alcuni tumori siano attribuibili all’eccesso di peso”, dice Ferruccio Santini, presidente della Società italiana dell'obesità.
«L’obesità si associa anche a un aumentato rischio di polmonite e sindrome influenzale ed è, insieme all’età, il fattore di rischio più importante per lo sviluppo di sindrome respiratoria acuta grave da Covid-19, con esiti quali il ricovero in terapia intensiva e l’uso della ventilazione meccanica invasiva” spiega Andrea Lenzi, Presidente dell’Obesity policy engagement network. “Per queste ragioni siamo molto soddisfatti che le persone con obesità grave siano state inserite tra le categorie prioritarie per la vaccinazione contro il virus”.
Secondo Giuseppe Fatati, presidente dell’Italian obesity network “L’informazione, la formazione, l’educazione e una svolta culturale sono indispensabili per il percorso di cura al fine di facilitare la consapevolezza sia della persona con obesità, che deve essere conscia di avere una malattia e quindi di doversi rivolgere a un professionista, sia del suo contesto sociale, familiare e medico specialistico”.
In Italia, secondo Luca Busetto, co-chair Obesity management task force della European association for the study of obesity, “l’accesso all’educazione terapeutica e a programmi intensivi di modificazione dello stile di vita è limitato nel sistema sanitario nazionale per il paziente con obesità, scarsa è l’offerta pubblica di programmi di terapia cognitivo-comportamentale, nessuno dei farmaci disponibili con specifica indicazione nella terapia dell’obesità è rimborsato dal sistema sanitario nazionale, e infine l’accesso alla chirurgia bariatrica, secondo percorsi terapeutici che garantiscono un follow-up multidisciplinare, è molto difficile soprattutto in alcune aree del paese”.
Tra le azioni più immediate da intraprendere, secondo Daniela Sbrollini, co-presidente Intergruppo parlamentare obesità e diabete, riconoscere l’obesità come una malattia cronica e, conseguentemente, considerarla nel piano nazionale della cronicità. Parallelamente, dice Roberto Pella, co-presidente Intergruppo parlamentare obesità e diabete, “dobbiamo impegnarci affinché prestazioni e servizi inerenti all’obesità siano inseriti nei Livelli essenziali di assistenza, per garantirne cura e trattamento”.
Nicola Miglino