Immunonutrizione: una review esamina l’azione “farmacologica” del cibo

17 Novembre 2021

Nutrienti come farmaci, ovvero molecole in grado di interagire con gli stessi recettori cellulari modulando l’azione del sistema immunitario. Risultato? A seconda di ciò che mangiamo, si otterranno effetti pro o antinfiammatori e la conoscenza di questi meccanismi potrebbe rappresentare la nuova strada per combattere le malattie cosiddette non trasmissibili, in grande crescita nei paesi occidentali.

Al tema è dedicata una review da poco pubblicata su Pharmaceutical reviews che ha analizzato più di 200 studi su come i nutrienti influenzino le cellule dell’organismo. In particolare, i ricercatori dell’Università di Utrecht, si sono concentrati sul legame dei nutrienti con specifici recettori cellulari, già bersaglio di molti farmaci: recettore arilico per gli idrocarburi (Ahr), espresso da diverse cellule linfocitarie; recettori X dell'Acido Retinoico (Rxr), coinvolti in vari processi metabolici; recettori accoppiati alle proteine G (Gprc), importanti trasduttori intracellulari di segnale; Toll-like receptor (Tlr), classe di proteine che giocano un ruolo chiave nell'immunità innata.

“Il nostro lavoro descrive in dettaglio gli effetti dei nutrienti e dei loro metaboliti sul sistema immunitario tramite specifici recettori, target di terapie farmacologiche. I componenti nutrizionali possono promuovere processi sia antinfiammatori che proinfiammatori, a seconda del tipo di interazioni e delle quantità ingerite. Vitamine, fibre e acidi grassi insaturi, sono in grado promuove azioni di tipo antinfiammatorio, al contrario di quanto provocato, per esempio, dagli acidi grassi saturi.

“Lo studio del meccanismo d'azione di questi nutrienti può essere la base per avviare trial clinici su approcci naturali a squilibri del sistema immunitario o su come manipolare i relativi recettori per migliorare l'affinità del ligando naturale”, commentano gli autori. “Purtroppo, sono attualmente disponibili pochissime ricerche cliniche sugli effetti immunomodulatori dei componenti nutrizionali e non possiamo traslare all’uomo quanto di interessante sembra emergere dalle ricerche in vitro o sull’animale. Farmacologi e nutrizionisti sono sempre più consapevoli che le malattie multifattoriali, come quelle non trasmissibili, possono richiedere un approccio integrato a causa della loro complessità e del coinvolgimento di molteplici vie di segnalazione. Pertanto, soluzioni utili per trattare, prevenire o ritardare la comparsa di queste malattie potrebbero essere rappresentate da una combinazione di farmaci e dieta, anche solo per aumentare l'efficacia o ridurre gli effetti avversi dei primi”.

Nicola Miglino

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