I ricercatori danesi hanno condotto una revisione sistematica e una metanalisi di tutti gli studi randomizzati pubblicati in letteratura sull’argomento sino a marzo 2022, confrontando l'effetto di diete vegane e altri tipi di diete su diversi fattori di rischio cardiometabolico: peso corporeo, indice di massa corporea (Bmi), glicemia, pressione arteriosa, colesterolo totale, c-Ldl, c-Hdl e trigliceridi.
Nei diversi studi, le diete vegane venivano confrontate con gruppi di controllo cosiddetti passivi, ovvero che seguivano la dieta abituale, o attivi, cioè con protocolli dietetici prestabiliti.
Sono così stati raccolti dati relativi a 11 studi e 796 persone (età media compresa tra 48 e 61 anni) con sovrappeso (Bmi di 25 kg/m2 o superiore) o diabete di tipo 2. La durata degli studi non doveva essere inferiore alle 12 settimane (durata media: 19 settimane).
I risultati segnalano che, rispetto ai controlli, le diete vegane hanno ridotto significativamente peso corporeo (in media, 4,1 kg) e Bmi (-1,38 kg/m2), agendo però in maniera meno efficace su glicemia (-0,18 %), colesterolo totale (-0,30 mmol/L) e Ldl (-0,24 mmol/L).
L’analisi per sottogruppi ha mostrato benefici maggiori su peso corporeo e Bmi quando le diete vegane sono state confrontate con gruppi che proseguivano la loro dieta abituale, senza interventi correttivi (-7,4 kg e -2,78 kg/m2), rispetto a coloro che invece venivano sottoposti a diete di altro tipo (-2,7 kg e - 0,87 kg/m2).
“Le prove oggi disponibili indicano con ragionevole certezza che l'adesione a una dieta vegana per almeno 12 settimane può determinare una perdita di peso clinicamente significativa, migliorare i livelli di zucchero nel sangue, e può, quindi, essere utilizzata nella gestione del sovrappeso e diabete di tipo 2”, afferma Anne-Ditte Termannsen, dello Steno diabetes center di Copenhagen. “Le diete vegane portano probabilmente alla perdita di peso perché associate a un ridotto apporto calorico dovuto a minor contenuto di grassi e maggiore contenuto di fibre alimentari. Per quanto riguarda gli effetti su altri marker cardiometabolici, sono però necessarie ulteriori evidenze ".
All’Eco la metanalisi è stata presentata come poster e a breve sarà pubblicata su Obesity reviews.
Nicola Miglino