Nefropatici, ridimensionati i rischi del potassio di frutta e verdura

08 Maggio 2023

Frutta e verdura possono contribuire a ridurre il rischio di morte in caso di malattia renale cronica (Mrc). L’evidenza, da uno studio giapponese pubblicato sul Journal of renal nutrition.

“I pazienti con Mrc avanzata spesso sono scoraggiati dal consumare frutta e verdura, attenendosi a una dieta a basso contenuto di potassio per evitare rischi di iperkaliemia”, scrivono i ricercatori nel loro articolo.

“Nella popolazione generale, tuttavia, un minore consumo di frutta e verdura è associato a mortalità più elevata. Abbiamo così deciso di avviare uno studio di coorte prospettico su pazienti con e senza Mrc per verificare la correlazione tra consumo di frutta e verdura e mortalità”.

Lo studio ha coinvolto circa 2 mila adulti che, tra il 2008 e il 2016, hanno frequentato l'unico ospedale sull'isola di Sado, in Giappone. Di ciascuno, si avevano i dati, al basale, di creatinina sierica, urine nonché informazioni sul consumo di frutta e verdura.

L'età media era di 69 anni, il 55% erano uomini, il 64% soffriva di ipertensione e il 39% aveva il diabete.

I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi: senza Mrc, con Mrc ma non in dialisi, in emodialisi. Nel 45% dei casi si trattava di pazienti con Mrc non in dialisi, nel 7% in emodialisi. Il consumo di frutta e verdura era catalogato in: assente, saltuario, quotidiano

Oltre la metà dei partecipanti con Mrc non in dialisi ha riferito di consumare frutta e verdura quotidianamente, a differenza del 28% di quelli in emodialisi.

Durante un follow-up mediano di 5,7 anni, sono stati osservati 561 decessi.

Rispetto ai partecipanti che mangiavano frutta e verdura ogni giorno, quelli che ne consumavano saltuariamente avevano il 25% di rischio in più di morire per qualsiasi causa e chi non ne consumava affatto addirittura del 60%.

I livelli sierici di potassio, stratificati per stadio della malattia renale cronica, si sono rivelati simili in tutti i gruppi. Ciò suggerisce, secondo i ricercatori, "che la frequenza di assunzione di frutta e verdura non è associata ai livelli sierici di potassio anche nei pazienti con Mrc avanzata. I nostri risultati indicano che consumare quotidianamente frutta e verdura potrebbe non essere associato ad aumento dei livelli sierici di potassio mentre può rivelarsi in grado di ridurre la mortalità per tutte le cause nei pazienti con Mrc, compresi quelli in emodialisi".

Un’avvertenza, però, da parte degli Autori è che “i partecipanti con Mrc avanzata potrebbero aver consumato frutti e verdure con meno potassio o cibi cotti o bolliti per rimuovere il potassio”, una raccomandazione comune fatta ai pazienti giapponesi con Mrc.

"Tuttavia” – concludono – “le prove accumulate suggeriscono che i livelli di potassio nella dieta non sono associati ai livelli sierici di potassio o a iperkaliemia".

Abbiamo chiesto un commento a Stefano Bianchi, presidente della Società italiana di nefrologia: “I risultati dello studio, in accordo con altri pubblicati sull’argomento, ridimensiona il rischio di iperpotassiemia nei pazienti con riduzione importante della funzione renale che assumono quotidianamente frutta e verdura, confermando che questo tipo di dieta riduce significativamente la mortalità per tutte le cause. Ritengo quindi opportuna una rivisitazione del divieto assoluto di assumere una adeguata quantità di frutta e verdura che i nefrologi hanno sempre avuto nella prescrizione dietetica rivolta ai pazienti in dialisi e a coloro che hanno una marcata riduzione del filtrato glomerulare. Rimangono validi, comunque i concetti generali che la prescrizione dietetica debba essere sempre personalizzata al fenotipo del paziente, che si adotti la cautela di assumere frutta e verdura a contenuto non molto elevato in potassio e che la verdura venga consumata dopo doppia bollitura. Opportuno anche, in questa tipologia di pazienti, un monitoraggio attento della potassiemia e il ricorso, quando necessario, all’assunzione dei nuovi chelanti del potassio in grado di ridurre significativamente il rischio di sviluppare iperpotassiemia, anche nei pazienti in dialisi”.

Nicola Miglino

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