Questo, tra l’altro, quanto raccontato a Milano da Franca Marangoni, direttore scientifico della Nutrition Foundation of Italy (NFI), nel corso della presentazione di “Integrazione alimentare: stato dell’arte e nuove evidenze scientifiche”, review promossa da Integratori & Salute, pubblicata da Passoni Editore e realizzata con il contributo di un pool di esperti italiani sui temi della nutrizione e della salute.
“La relazione tra nutrizione e salute cerebrale trova ampia conferma in letteratura”, sottolinea Marangoni. “Ormai, infatti, sappiamo che ci sono alcuni composti che sono naturalmente presenti nella nostra dieta, quando adeguatamente equilibrata e varia, che favoriscono il mantenimento della cognitività nel tempo. Pensiamo al magnesio, al ferro, allo zinco, allo iodio. O ad alcune vitamine del gruppo B e C i cui livelli sono carenti nelle persone con deficit cognitivo, piuttosto che agli stessi Omega-3, componenti strutturali e funzionali delle membrane neuronali. La supplementazione può svolgere un ruolo chiave, in particolare se pensiamo alla popolazione anziana, quella a maggior rischio di deficit cognitivo e che spesso non gode di un apporto alimentare adeguato. In quest’ambito, poi, sta destando molto interesse, anche il ruolo del microbiota intestinale. Ormai sappiamo che uno stato di eubiosi è correlato con la sfera del benessere psicologico ma anche della salute cognitiva, tanto che comincia a parlarsi di psicobiotici, indicando così quei probiotici con spiccato effetto sul sistema nervoso centrale, se non, addirittura, di simbiotici, ovvero una combinazione di pre e probiotici in grado di sinergizzare sulle funzioni cerebrali”.
Nicola Miglino