Tra giugno 2017 e giugno 2018 è stata selezionata una cinquantina di pazienti caratterizzati da almeno tre episodi/anno di emicrania con aura. Sono stati invitati a tenere un diario della tipologia di attacchi dei 4 episodi successivi all’inizio del periodo di monitoraggio. Per i primi due attacchi, dovevano assumere una compressa di estratto all’inizio della comparsa dell’aura e una se s fosse manifestato dolore. Per il terzo e quarto episodio, la stessa cosa ma con una compressa da 2,25 gr. di magnesio. Si è determinata una riduzione di oltre il 50% della durata dell’aura e della disabilità correlata nel 96% dei casi quando veniva utilizzato l’estratto e, rispettivamente, nel 14 e 10% con impiego di solo magnesio. In aggiunta, vi era una riduzione del 35% dell’uso di analgesici con l’estratto rispetto al 3% con solo magnesio.
“I meccanismi d’azione implicati, sembrano diversi, a partire innanzitutto dall’interferenza con il fenomeno della cosiddetta Cortical spreading depression, ovvero l’eccitazione dei neuroni della corteccia cerebrale che sembra innescare l’aura”, sottolineano gli autori. “In secondo luogo, l’attivazione della via della chinurenina, con effetti inibitori sull’attività dei recettori Nmda e del sistema trigemino-vascolare. Infine, un’azione diretta su terminali perivascolari dei neuroni coinvolti nell'infiammazione neurogena, meccanismo chiave che porta al dolore”.
Considerata l’esiguità del campione e il disegno dello studio, gli stessi autori sottolineano la necessità di conferma dei risultati in una coorte più ampia e in un trial randomizzato caso-controllo.