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Coenzima Q10, il propellente per la centrale energetica cellulare

09 Giugno 2021

Il Coenzima Q10 svolge un ruolo chiave nel fornire energia a tutte le cellule e, in particolare, nel prendere parte alle reazioni redox all'interno della catena di trasporto degli elettroni a livello mitocondriale. Per il suo importante ruolo, un deficit di livelli plasmati di CoQ10 è associato a molti stati degenerativi e diverse malattie come insufficienza cardiaca, infarto del miocardio, emicrania, malattia renale cronica e ipertensione, Alzheimer e Parkinson, oltre alla distrofia muscolare.

I dati relativi all’integrazione con CoQ10 si limitano soprattutto all’ambito cardiovascolare, in cui oggi le evidenze cliniche supportano l'integrazione con ≥200 mg/die, in particolare nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca e malattie coronarica per preservare la salute del cuore, mentre in altri contesti la letteratura è ancora limitata e spesso conflittuale.

Uno studio clinico randomizzato, controllato, in doppio cieco, con 22 pazienti trattati con placebo e 23 con CoQ10 (400 mg/die), ha evidenziato un significativo effetto profilattico sugli attacchi di emicrania dopo tre mesi. È interessante notare che sono stati segnalati attacchi meno gravi, più brevi e meno frequenti.

Un crescente corpus di prove suggerisce che questo coenzima mostra effetti significativi sulla profilassi dell'emicrania, in particolare quando è associato ad altri nutraceutici, tra cui curcumina, magnesio e Tanacetum parthenium L. o riboflavina. Le linee guida lo raccomandano ad una dose di 300 mg/die.

Due studi clinici hanno esaminato l'impatto del CoQ10 contro la stanchezza nei pazienti con miopatia associata a statina, evidenziando un netto miglioramento in quelli trattati con 200 mg/die per tre mesi rispetto ai controlli. Un altro studio condotto su 50 pazienti che hanno seguito una terapia discontinua con statina e integrato con 240 mg/die di CoQ10 per 22 mesi, ha mostrato che l'incidenza della fatica è diminuita dall'84%, all'inizio del trattamento, al 16% alla fine dello studio.

Uno studio condotto nel 2012, a una dose di 300 mg/die o placebo per tre mesi, ha mostrato una significativa riduzione dell'affaticamento da fibromialgia, valutato dal Questionario di impatto sulla fibromialgia, Fiq, e dalla scala analogica visiva, Vas.  Risultati simili sono stati ottenuti con 20 pazienti di sesso femminile trattati per 40 giorni con 300 mg/die di CoQ10.

La valutazione di un approccio potenziale con CoQ10 in pazienti oncologici ha evidenziato un generale miglioramento dei marcatori infiammatori, ossidativi e biochimici specifici, ma sfortunatamente questi studi sono altamente eterogenei, sia per quanto riguarda i dosaggi che il cocktail di farmaci o integratori che i pazienti oncologici hanno ricevuto insieme al CoQ10.

Studi più recenti si sono concentrati su un particolare aspetto del cancro al seno: la stanchezza. In un primo studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, 236 donne di recente diagnosi con chemioterapia adiuvante pianificata, hanno ricevuto coQ10 300 mg o placebo, ciascuno associato a 300 Ui di vit E in tre dosi giornaliere, per 24 settimane. Al termine dello studio, gli autori hanno scoperto che, nonostante l'aumento dei livelli del coenzima, non sono state riscontrate differenze significative nei punteggi ottenuti attraverso i questionari di valutazione.

Al contrario, uno studio clinico randomizzato condotto in Giappone su 57 pazienti con cancro al seno, sottoposti a chemioterapia, ricevendo un integratore alimentare contenente amminoacidi a catena ramificata (2500 mg), CoQ10 (30 mg) e l-carnitina (50 mg), o cure regolari per 21 giorni, hanno riportato differenze significative tra i due bracci.

Anche le applicazioni nell’ambito della fertilità sembrano incoraggianti dato il coinvolgimento del CoQ10 nella produzione di energia negli spermatozoi e nella difesa dalla produzione di radicali liberi. In uno studio clinico randomizzato, un’integrazione con 200mg/die di completamento per sei mesi in uomini sterili con astenozoospermia idiopatica ha mostrato un aumento della motilità dello sperma alla fine della terapia.

Sebbene diversi lavori abbiamo mostrato miglioramenti nella morfologia, nella motilità e nella densità dello sperma, e siano stati effettuati diversi studi sugli uomini al fine di valutare il ruolo del CoQ10 rispetto al testosterone, al momento l'evidenza non è chiara e i lavori inconcludenti.

Nelle donne con sindrome dell’ovaio policistico, spesso causa di infertilità, il CoQ10, attraverso un miglioramento della funzione mitocondriale e un ripristino della produzione di energia a livello mitocondriale, può stimolare la biosintesi dell'ormone steroideo e la normale funzione riproduttiva, come la maturazione degli ovociti, la fecondazione e lo sviluppo embrionale.

Il Coq10 è un integratore ergogenico, con un eccellente profilo di sicurezza anche con esposizione cronica a 900 mg/die e in pazienti fragili, come anziani e cronici con malattie renali, senza alcuna interazione farmacologica nota.

Silvia Ambrogio

Bibliografia:

  • Coenzyme Q10: clinical applications beyond cardiovascular diseases. Nutrients 2021, 13(5), 1697.
  • Coenzyme Q10: from bench to clinic in aging diseases, a translational review. Crit. Rev. Food Sci. Nutr. 2019, 59, 2240–2257.
  • Oral coenzyme Q10 supplementation in patients with migraine: effects on clinical features and inflammatory markers. Nutr. Neurosci. 2018, 22, 607–615.
  • Effect of coenzyme Q10 supplementation on fatigue: a systematic review of interventional studies. Complement. Ther. Med. 2019, 43, 181–187.
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