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Artrite reumatoide: effetto di dieta e integrazione sui sintomi

27 Ottobre 2021

L'artrite reumatoide è una patologia autoimmune cronica, caratterizzata da infiammazione e dolore alle articolazioni. In letteratura sono riportati diversi interventi dietetici, con o senza integrazione, a supporto della terapia per alleviare i sintomi classici quali dolore, rigidità articolare, gonfiore, affaticamento e debolezza.

Come succede spesso, gli studi mostrano notevoli differenze in termini di tipi di intervento dietetico e parametri esaminati per valutare l’esito: le diete mediterranee, antinfiammatorie, vegane/vegetariane, elementari e prive di allergeni hanno effetti diversi e non sempre portano a miglioramenti.

Una revisione Cochrane pubblicata nel 2009 ha incluso 15 studi e valutato gli effetti delle diete su tre parametri (dolore, rigidità e funzione fisica) in 837 pazienti, concludendo che confrontando qualsiasi dieta con una ordinaria, vi sono benefici, ma anche tasso di abbandono totale più elevato dell'8% nei gruppi dietetici rispetto ai controlli.

L'eliminazione di alcuni prodotti alimentari dalla dieta come carne rossa, alimenti contenenti glutine, alimenti ad alto contenuto di zucchero e alcol può aiutare ad alleviare i sintomi, ma le prove sugli effetti delle diete di eliminazione sono limitate e alcuni autori hanno suggerito che l’ipersensibilità verso alcune fonti proteiche potrebbe portare ad aggravamento dei sintomi.

Sebbene ci siano prove sugli effetti pro-infiammatori delle diete ad alto contenuto di carni lavorate e rosse, gli studi non hanno trovato differenze significative sui sintomi quando la carne rossa è stata rimossa dalla dieta.

Anche il glutine è associato ad aumento dell'infiammazione e gli studi nei quali il grano è stato tolto dalla dieta hanno mostrato miglioramenti significativi nell'indice di Ritchie e nel gonfiore articolare.

Anche studi di intervento con dieta vegana priva di glutine hanno riportato miglioramenti significativi in diversi parametri, ma non è chiaro se siano stati osservati miglioramenti a seguito dell'eliminazione del glutine o per la dieta vegana stessa.

Una review del 2020 ha passato in rassegna 33 studi che mettevano in relazione dieta o integratori alimentari con l'attività della malattia, concludendo che diversi componenti dietetici possono influenzare l'attività della malattia attraverso interazioni dirette o indirette con il sistema immunitario.

Gli acidi grassi Omega-3 a catena lunga presenti nel pesce possono ridurre la produzione di eicosanoidi infiammatori, molecole di adesione e citochine; gli antiossidanti possono ridurre lo stress ossidativo e quindi possibilmente i sintomi e l'infiammazione. Inoltre, fibre alimentari, prebiotici o probiotici potrebbero avere effetti benefici sull'attività della malattia, attraverso la modificazione del microbiota.

Nutrienti specifici e alterazioni del microbiota possono anche influenzare la permeabilità intestinale, che a sua volta può influenzare la risposta immunitaria. Infine, la perdita di peso in seguito a un intervento dietetico potrebbe essere utile, in quanto l'obesità è associata alla più rapida progressione delle disabilità.

I risultati di questa revisione mostrano anche effetti potenzialmente benefici dagli integratori contenenti singoli antiossidanti e spezie con elevata capacità antiossidante. Le dosi somministrate di spezie negli studi inclusi, circa un cucchiaino/die, potrebbero essere raggiungibili attraverso la sola dieta.

Tra le integrazioni valutate, gli acidi grassi Omega-3 dimostrano la capacità di migliorare sintomi quali dolore e rigidità mattutina, nonché di ridurre le dose di Fans consumati.

Solo due studi hanno valutato l'efficacia di un intervento dietetico in combinazione con Omega-3. Il primo ha riportato riduzioni significative di proteina C reattiva, Tnf-α e corticosteroidi nei partecipanti che seguivano una dieta antinfiammatoria o una dieta occidentale con integratori di olio di pesce, ma i miglioramenti più significativi sono stati trovati nel gruppo di dieta antinfiammatoria/Omega-3. Nel secondo studio, una dieta ricca di Pufa (rapporto P:S 5: 0) in combinazione con l'integrazione di Omega-3 (1,6 g Epa/die e 1,1 g Dha/die) ha portato a benefici significativi in termini di rigidità mattutina, indice di Ritchie e forza di presa. Ciò indica che i benefici antinfiammatori di una dieta in combinazione con Omega-3 possono essere superiori alla sola dieta e ulteriori ricerche in questo settore sono giustificate.

Silvia Ambrogio

Bibliografia

  • Dietary interventions with or without Omega-3 supplementation for the management of rheumatoid arthritis: a systematic rReview. Nutrients 2021, 13(10), 3506
  • Rheumatoid arthritis and dietary interventions: systematic review of clinical trials. Nutr. Rev. 2020, 79, 410–428.
  • Do interventions with diet or dietary supplements reduce the disease activity score in rheumatoid arthritis? A systematic review of randomized controlled trials. Nutrients 2020, 12, 2991.
  • Intake of ω-3 polyunsaturated fatty acids in patients with rheumatoid arthritis: asystematic review and meta-analysis. Nutrition 2018, 45, 114–124.
  • Effectiveness and safety of dietary interventions for rheumatoid arthritis: a systematic review of randomized controlled trials. J Am Diet Assoc. 2010 May;110(5):727-35.
  • Dietary interventions for rheumatoid arthritis. Cochrane database Syst. Rev. 2009, 21, CD006400.

 

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