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Carnitina: quando è utile una supplementazione

12 Gennaio 2022

La carnitina è una molecola che facilita il trasporto di acidi grassi a catena lunga attraverso la membrana mitocondriale interna e fornisce il substrato per la loro ossidazione e la successiva produzione di energiaLa supplementazione è raccomandata in primis nei pazienti con errori congeniti del metabolismo e a quelli sottoposti a emodialisi per malattie renali, ma numerosi sono gli studi che hanno valutato l’efficacia di una sua integrazione.

La carenza può essere associata ad assunzione inadeguata, a una diminuzione della sintesi a causa di disturbi epatici, deplezione in seguito a diarrea, diuresi o, come già riferito, emodialisi. Esistono poi cause di carenza legate al concomitante uso di farmaci come l'acido valproico o gli antibiotici per la tubercolosi.

Diversi studi ne hanno valutato l’integrazione in pazienti con insufficienza cardiaca, cardiopatia ischemica, malattie arteriose periferiche, Hiv, infertilità maschile, anoressia, sindrome da stanchezza cronica e affaticamento associato a malattie croniche e broncopneumopatia cronica ostruttiva.

Il dosaggio giornaliero raccomandato varia da 1 a 3 g, ma negli studi clinici sono state utilizzate dosi più elevate. Nei pazienti con cardiopatia cronica, la somministrazione di L-carnitina nell'arco di 12 mesi ha dimostrato di attenuare la dilatazione ventricolare sinistra e prevenire il rimodellamento ventricolare, riducendo al contempo l'incidenza di insufficienza cardiaca cronica e morte.

Gli effetti protettivi della supplementazione di L-carnitina si estendono anche all'infarto miocardico: a seguito di un evento acuto, infatti, la somministrazione tempestiva di L-carnitina e la successiva terapia di mantenimento orale hanno dimostrato di attenuare la progressiva dilatazione ventricolare sinistra e sembra ridurre il danno miocardico migliorando il metabolismo dei carboidrati e riducendo la tossicità di alti livelli di acidi grassi liberi.

Una recente revisione sistematica e metanalisi di 13 studi controllati ha rilevato che la supplementazione si associa a una significativa riduzione della mortalità per tutte le cause, dell'aritmia ventricolare e dell'angina nel contesto dell'infarto miocardico acuto. Non si sono evidenziate differenze significative tra gli effetti della supplementazione giornaliera di carnitina alle dosi di 2 e 6 g.

Nei pazienti che presentano cardiomiopatia, l'integrazione di carnitina può alleviare rapidamente segni e sintomi.

L'impatto della supplementazione di carnitina sulle concentrazioni plasmatiche di lipoproteina (a) è stato analizzato in una recente revisione sistematica e metanalisi di studi clinici sull'uomo, mettendo in luce un significativo abbassamento; gli studi hanno usato 2-4 g/die di carnitina.

L'effetto della supplementazione sulla regressione della Nash è stato valutato in 74 pazienti. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a placebo o carnitina (2 g al giorno divisi in due dosi uguali per 24 settimane). A fine studio, l'integrazione di carnitina ha ridotto l'infiammazione e migliorato la funzionalità epatica, il livello plasmatico di glucosio, il profilo lipidico, Homa-Ir e le manifestazioni istologiche della Nash.

Negli atleti, la carnitina è stata utilizzata per migliorare le prestazioni, anche se gli effetti benefici nello sport non sono coerenti in tutti gli studi.

La carnitina è solitamente ben tollerata. Lievi disturbi gastrointestinali sono stati riportati durante la somministrazione a lungo termine e a dosi di circa 3 g/die gli integratori di carnitina possono causare nausea, vomito, crampi addominali e diarrea.

Gli effetti indesiderati rari includono debolezza muscolare, miastenia nei pazienti uremici e convulsioni in quelli con disturbi convulsivi. I batteri intestinali possono metabolizzare la carnitina per formare Trimetilammina-N-ossido (Tmao) che potrebbe aumentare il rischio di malattie cardiovascolari; questo effetto sembra essere più pronunciato nelle persone che consumano carne rispetto ai vegani o ai vegetariani. Le implicazioni di questi risultati, però, non sono ben comprese e richiedono ulteriori ricerche.

Silvia Ambrogio

 Bibliografia

  • Effective dosing of L-carnitine in the secondary prevention of cardiovascular disease: a systematic review and meta-analysis. Bmc Cardiovasc Disord. 2014, 14, 88.
  • Impact of L-carnitine on plasma lipoprotein (a) concentrations: a systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. J. Am. Coll. Cardiol. 2016, 67, 2032.
  • The potential use of metabolic cofactors in treatment of Nafld. Nutrients. 2019 Jul 12;11(7):1578.
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