Probiotici di precisione per il controllo di peso e appetito

22 Marzo 2022

Prove crescenti supportano il ruolo del microbiota intestinale nel controllo del peso corporeo e del comportamento alimentare e con sempre maggiore frequenza la ricerca va prendendo in esame l’azione “di precisione” di ceppi batterici specifici. Ne è un esempio Hafnia alvei HA4597 (HA), un ceppo probiotico che produce una peptidasi omologa alla proteina caseinolitica B, a sua volta identificata come un mimetico conformazionale dell'ormone anoressizzante α-melanocita-stimolante (α-MSH).

In uno studio recente, pubblicato su Nutrients, la somministrazione di questo ceppo ha dimostrato di poter aumentare la sensazione di sazietà nei soggetti a dieta moderatamente ipocalorica e di condurre, quindi a una significativa perdita di peso, con riduzione della circonferenza addominale, della colesterolemia e della glicemia.

Ne abbiamo parlato con uno degli autori, Gregory Lambert, Ceo et Vp Research & Development presso TargEDys, azienda biotecnologica francese specializzata nella ricerca applicata sui probiotici, dal meccanismo d'azione molecolare dei ceppi allo sviluppo dei processi industriali per renderli efficaci a livello clinico.

Dr. Lambert, voi vi occupate di ricerca applicata e progettate uno studio clinico solo se la ricerca di base vi fornisce adeguate evidenze. Perché l’attenzione verso questo specifico ceppo batterico?

Questo studio clinico è stato condotto dopo oltre 15 anni di ricerche fondamentali condotte dai professori Serguei Fetissov e Pierre Déchelotte sul ruolo del microbiota nella regolazione dell'appetito. Ciò che ha caratterizzato il nostro lavoro è stato il fatto che non siamo partiti da un ceppo per testarne l'efficacia, ma siamo partiti da un meccanismo, un bersaglio: il microbiota intestinale partecipa alla regolazione dell'appetito attraverso metaboliti che attivano le vie della sazietà. Abbiamo quindi tracciato il filo, scoprendo uno di questi metaboliti, la Peptidasi B caseinolitica - ClpB - e un batterio in grado di produrlo, Hafnia alvei. In collaborazione con la Facoltà di Medicina e l'Ospedale Universitario di Rouen, in Francia, abbiamo dimostrato con successo in vari studi preclinici che la somministrazione orale del ceppo probiotico Hafnia aumenta la sazietà, riduce l'assunzione di cibo, diminuisce la resistenza all'insulina e riduce la perdita di peso. È sulla base di questi risultati meccanicistici e preclinici che abbiamo deciso di avviare uno studio clinico in una popolazione umana in sovrappeso.

Con quali meccanismi d'azione Hafnia alvei esercita questi effetti?

Abbiamo evidenziato il fatto che il microbiota partecipa alla regolazione dell'appetito attraverso un fenomeno di mimetismo molecolare.  Infatti, ClpB possiede una sequenza aminoacidica molto simile a quella dell'ormone peptidico alfa-Msh. L'ormone alfa-Msh è uno dei principali ormoni coinvolti nella sazietà. A causa di questa somiglianza, la proteina ClpB è in grado di attivare i recettori dell'ormone alfa-Msh, rafforzando così naturalmente la sazietà.

Sulla base degli studi in corso, quali sono gli ambiti in cui ritiene vi siano possibili concrete prospettive di applicazione?

La nuova tendenza di fondo è quella di sviluppare probiotici più precisi, più scientificamente supportati e i cui meccanismi d'azione siano perfettamente compresi e documentati. Il termine "probiotico di precisione" è stato proposto da Patrick Veiga in un articolo di revisione pubblicato nel 2020 su Nature dove descrive un nuovo modo di sviluppare i probiotici, partendo dal target terapeutico e risalendo ai ceppi che esprimono il tratto di interesse. Così, oltre a Hafnia alvei e al mimetismo molecolare dell'alfa-Msh, noi stiamo sviluppando una combinazione di ceppi probiotici che esprimono mimetismo con l'ossitocina, un ormone coinvolto nell'attaccamento, nell'empatia, nella resistenza allo stress e nel legame coniugale e sociale. Infine, abbiamo sviluppato anche le applicazioni di un ceppo Lactiplantibacillus plantarum che, per meccanismi ben descritti a livello molecolare, è in grado di ottimizzare l'assorbimento degli amminoacidi attraverso la stimolazione delle peptidasi dell'ospite. Siamo solo all'inizio della comprensione dei ruoli del microbioma e delle sue interazioni con il suo ospite, che sicuramente ci porterà alla scoperta di approcci probiotici sempre più precisi. Questo è probabilmente l'avvento di una nuova era per la medicina, che diventerà più olistica tenendo conto dell'essere umano e della sua componente microbica.

Silvia Ambrogio

 

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