Inositoli, integrazione preziosa in caso di ovaio policistico

29 Maggio 2019

Si tratta di sostanze molto diffuse nei vegetali e preziose per la nostra salute. Gli inositoli sono nove molecole differenti a seconda della disposizione del gruppo chimico -OH, benché il myo-inositolo sia il più diffuso in natura.

Molte le funzioni di quest’ultimo, a partire da quella di secondo messaggero di ormoni quali insulina, Fsh e Tsh. Ecco perché gioca un ruolo in situazioni patologiche come la sindrome dell’ovaio policistico (Pcos) e in caso di infertilità correlata. Il tema è stato al centro del 9° Congresso nazionale della Siflog (Società italiana di fitoterapia e integratori in ostetricia e ginecologia) e del 2° Congresso nazionale Isdp (International society of dietary supplements and phytotherapy) svoltosi di recente a Roma.

Ne abbiamo parlato con Vittorio Unfer, docente di Ostetricia e Ginecologia alla Facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università “La Sapienza” di Roma.

Prof. Unfer, che cos’è innanzitutto la sindrome dell’ovaio policistico?

Si tratta di una patologia multifattoriale che colpisce circa il 5%-10% delle donne in età riproduttiva, indipendentemente dall’etnia di appartenenza. Causa importanti effetti sulla salute della donna di tipo estetico, metabolico e riproduttivo e l’eziologia è ancora oggi controversa. Si può dire che la Pcos è espressione di una complessa alterazione funzionale del sistema riproduttivo data dall’aumento degli ormoni maschili, causa di segni e sintomi quali: amenorrea, irsutismo, ma anche aumento di peso dovuto alla resistenza insulinica.

Quali sono i criteri riconosciuti per la diagnosi e quali i sintomi?

Per l’inquadramento diagnostico devono essere presenti almeno due dei seguenti indicatori: iperandrogenismo clinico e/o biochimico, disfunzione ovarica e ovaie policistiche all’esame ecografico, con almeno 12 follicoli di diametro inferiore a 10 mm e volume ovarico superiore a 10 cm².

I sintomi possono variare da donna a donna e, se non adeguatamente trattata, la Pcos può portare a complicanze più gravi, come diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e infertilità. Nella maggior parte dei casi le donne affette non sanno che questa patologia ha origine da una disfunzione di tipo metabolico che porta a complicanze di carattere ginecologico, come appunto ciclo mestruale assente o irregolare, mancanza di ovulazione e infertilità. Pertanto, la Pcos non deve essere considerata solo come un disordine esclusivo delle donne in età fertile, bensì come un disordine endocrino-metabolico con importanti implicazioni in termini di salute a lungo termine.

Cosa sono gli inositoli?

L’inositolo è un composto chimico largamente diffuso nei vegetali: fagiolini verdi, piselli, asparagi, foglie del noce, estratto di uva, pere, ciliegie, mele, pomodori, lievito, carote. Nell’avena, nel granturco e nei cereali è generalmente presente come componente delle lecitine, sotto forma di inositolo-6-fosfato o acido fitico. Nei tessuti animali, è abbondantemente rappresentato soprattutto nel cervello e nei muscoli. Elevate quantità di inositolo sono presenti nello sperma, nell’ovocita e nell’ embrione nel corso delle prime fasi di sviluppo embrionale.

Quanti sono gli inositoli?

Quando parliamo di inositolo bisogna far attenzione, perché ci si riferisce in modo generico a un numero di ben 9 molecole, la cui differenza è data dalla disposizione spaziale del gruppo chimico ­-OH.  Il myo-inositolo (Mi) è il più presente in natura. Per mezzo di uno specifico enzima, viene convertito in un altro stereoisomero, il D-chiro-inositolo (Dci), meno abbondante e che svolge un ruolo differente dal myo-inositolo all’interno dell’organismo umano. Una peculiarità di questi due inositoli è la loro distribuzione nei tessuti. Infatti, ogni tessuto e/o organo mantiene un rapporto Mi/Dci specifico.

Qual è il loro ruolo?

Il myo-inositolo svolge un ruolo fondamentale come secondo messaggero di diversi ormoni quali insulina, Fsh e Tsh. È noto, infatti, come una sua carenza determini alterazioni nella risposta a questi ormoni. Controlla il metabolismo di grassi e zuccheri e regola, inoltre, le funzionalità cellulari del sistema nervoso. Anche il D-chiro-inositolo è coinvolto nella trasduzione del messaggio indotto dall’insulina. Entrambi svolgono ruoli differenti all’interno dell’organismo e ogni tessuto ne regola la produzione in maniera tale da mantenerne un rapporto specifico, fondamentale per la corretta funzionalità di organi e tessuti. In particolare, nei follicoli alte concentrazioni di myo-inositolo possono supportare la corretta maturazione dell’ovocita. Studi scientifici hanno evidenziato come, invece, in soggetti affetti da Pcos il rapporto di myo-inositolo/D-chiro-inositolo risulta alterato rispetto ai soggetti sani.

Come si cura la Pcos?

Il trattamento di scelta è fondamentalmente correlato alla gravità della sintomatologia, al tipo e/o all’entità dell’alterazione plasmatica ormonale presente e, soprattutto, alla presenza o meno del desiderio di prole da parte della donna. In termini pratici, l’intervento terapeutico è finalizzato a controllare la ciclicità mestruale e/o i sanguinamenti disfunzionale, a ridurre i segni clinici di iperandrogenismo e a migliorare gli aspetti metabolici. Un cambiamento dello stile di vita, volto a favorire la perdita di peso, deve sempre essere suggerito alle donne in sovrappeso con Pcos, rappresentando un approccio iniziale sicuro ed economico per cercare di migliorare la funzione riproduttiva e il profilo metabolico di queste pazienti.

L’ integrazione con inositolo può aiutare?

Poiché il miglioramento dell’iperinsulinemia e dell’insulino-resistenza è tra i principali obiettivi nella gestione della sindrome sono stati introdotti nuovi approcci non farmacologici. L’inositolo viene assunto comunemente con l’alimentazione, ma la quantità sufficiente assunta dai soggetti sani non basta per coloro che soffrono di patologie specifiche, come la Pcos. In particolare, l’utilizzo dei preparati contenti inositolo da soli e/o in combinazione migliora la risposta metabolica e ormonale. La ricerca dell’inositolo e la conoscenza sempre più approfondita della Pcos porta oggi a poter dire che l’inositolo rappresenta un elemento chiave.

A quali dosaggi?

In caso di Pcos, gli studi hanno mostrato l’efficacia di questa molecola con l’assunzione di 2g di myo-inositolo due volte al giorno, per un totale di 4g, per le formulazioni in polvere, ovvero bustine e compresse. Le formulazioni in capsule molli permettono una maggiore biodisponibilità del principio attivo, per cui i dosaggi risultano ridotti, pari a 600mg.

I dati invece sulla formulazione combinata Mi/Dci sono stati ottenuti con quantitativi pari a 550 mg di myo-inositolo e 13,6mg di Dci-inositolo due volte al giorno. Fisiologicamente, infatti, sappiamo che il myo-inositolo, in quanto secondo messaggero dell’Fsh, promuove una corretta ovulazione. Mi e Dci insieme collaborano, inoltre, per il controllo della risposta insulinica e quindi per la regolazione di un altro fattore critico della Pcos che è l’insulino-resistenza. Al fine di mantenere un rapporto plasmatico fisiologico dei due stereoisomeri, la supplementazione di D-chiro-inositolo deve avvenire contemporaneamente a quella di myo-inositolo. In soggetti sani il rapporto tra il myo-inositolo e il D-chiro-inositolo è di 40 parti di myo-inositolo e una parte di D-chiro-inositolo.  

Quali sono le migliori modalità di somministrazione?

Oltre all’importanza dei dosaggi, gli studi evidenziano altri due elementi cardine per l’efficacia di queste due molecole. Il primo è l’assunzione, per le formulazioni in polvere, lontana dai pasti al fine di non avere interferenza con il loro assorbimento. Seconda accortezza la somministrazione ripetuta durante la giornata. Gli studi di cinetica hanno dimostrato un’emivita di 12 ore dell’inositolo. Utilizzando la doppia somministrazione si ottiene una copertura migliore della risposta insulinica.  

Esiste un ruolo anche nel ripristino della fertilità?

L’inositolo regola numerose funzioni delle cellule, che comprendono la sintesi di componenti strutturali di membrana, la crescita e la proliferazione cellulare. In parole semplici, l’Fsh, ormone follicolo stimolante, regola la stimolazione del follicolo e il suo funzionamento è quindi indispensabile per chi ricerca una gravidanza.
Studi scientifici hanno evidenziato come alte concentrazioni di myo-inositolo nel liquido follicolare siano predittive di una buona qualità ovocitaria ed embrionale. Nella Pcos, invece, è riscontrabile una carenza di myo-inositolo a livello del liquido follicolare. Questi primi dati sono ulteriormente supportati da evidenze più recenti, in cui si è visto come solo donne aventi livelli di Mi superiori a una certa soglia sono capaci di portare a termine una gravidanza. Inoltre, ulteriori evidenze suggeriscono che il Mi sia capace di prevenire i difetti del tubo neurale acido folico resistenti.

Quali ulteriori prospettive?

Il myo-inositolo da solo, o unitamente al suo stereoisomero, il D-chiro-inositolo, nel rapporto ottimale di 40:1, ha permesso di ottenere significativi risultati sui parametri ormonali e metabolici, così come sulla funzione ovarica, in pazienti affette dal Pcos. Una recente metanalisi, che ha preso in esame una serie di studi per complessivi 247 pazienti trattati con Mi e 249 controlli, ha dimostrato che il trattamento con Mi diminuisce significativamente i livelli di insulina, Homa-index e androgeni. Tuttavia, in vari studi sono stati rilevati fra il 30% e il 40% di pazienti resistenti all’effetto dell’inositolo che deriva dal ridotto o mancato assorbimento dell’inositolo.

Come ovviare a fenomeni di resistenza?

Si tratta di un aspetto rilevante dovuto a condizioni non ancora chiare né prevedibili, quali, per esempio, obesità, malattie croniche intestinali, disbiosi. Al fine di aumentare l’assorbimento del Mi, questa molecola è stata somministrata insieme a una proteina derivata dal latte, l’alfa-lattoalbumina - α-La -, per le sue caratteristiche intrinseche che la rendono un ottimo “carrier” per alcuni ioni, quali  Ca++ e il Fe++.
Infatti l’α-La potrebbe funzionare come vettore che lega il Mi, anche in piccole quantità, e ne aumenta nel tempo il passaggio attraverso la barriera intestinale. Inoltre, è noto come l’α-La sia in grado di promuovere la secrezione del Glucagon like peptide 2 (Glp-2), secreto dalle cellule L nel digiuno e nel colon. Il Glp-2 agisce come un fattore di crescita che espande la superficie dell'epitelio della mucosa intestinale, aumentando così il trasporto delle molecole negli enterociti e quindi migliorando l'assorbimento di composti.

Un recente studio clinico su pazienti con Pcos e anovulazione ha valutato il vantaggio terapeutico della somministrazione di Mi più α-La. La nuova terapia ha consentito di portare il successo clinico, ovvero l’ovulazione, dal 62% al 95% delle pazienti. Le evidenze derivanti da questi studi preliminare dimostrano, quindi, in modo convincente l’efficacia dell’abbinamento di Mi e α-La per superare il problema dell’inositolo-resistenza.

Nicola Miglino

 

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