Supplementazione con inositolo in bambini sovrappeso e insulino-resistenti

15 Gennaio 2020

Mio-inositolo e D-chiro inositolo, isomeri di inositolo, hanno dimostrato di possedere proprietà insulino-mimetiche e di migliorare l'insulino-resistenza, specialmente nelle donne con sindrome dell'ovaio policistico. Tuttavia, non è stato stabilito se questa relazione esista anche nei bambini.

Ecco così che un gruppo di ricercatori italiani, guidato da Mario Mancini, endocrinologo dell’Ospedale San Paolo di Milano ha da tempo deciso di focalizzare l’attenzione sull’argomento portando alla luce evidenze importanti e dando vita a uno studio, ancora in corso, che cercherà di aggiungere elementi indicativi in questa direzione.

Dr. Mancini, intanto di che tipo di molecole stiamo parlando?

Si tratta di forme isomeriche dell’inositolo. Il mio-inositolo è la forma predominante in natura: è sintetizzato nell’organismo umano dal glucosio, è un componente delle membrane cellulari ed è contenuto soprattutto in cereali, semi e frutta. Entrambi gli isomeri sono fonte di secondi messaggeri implicati nel pathway di azione dell’insulina e hanno mostrato effetti insulino-simili in modelli animali di insulino-resistenza.

Che ruolo rivestono nei processi metabolici?

Nei tessuti esiste uno specifico rapporto tra Mio-inositolo e D-chiro inositolo e il primo può essere convertito nel secondo a opera di specifiche epimerasi tissutali, essendo il primo efficace nell’aumentare l’uptake di glucosio nei tessuti ad alto utilizzo come cervello e cuore e il secondo nel promuovere la sintesi di glicogeno nei tessuti insulino-dipendenti quali fegato, muscolo e tessuto adiposo. Il catabolismo dell’inositolo è a carico principalmente del rene, che ne regola la concentrazione plasmatica.

Quali sono le evidenze sperimentali di un legame con l’insulino-resistenza?

Studi recenti hanno mostrato una relazione lineare tra diminuita escrezione urinaria di inositolo e aumento di insulino-resistenza, e in generale tra livelli ridotti di inositolo nei tessuti, in particolare muscolo e fegato, e insulino-resistenza. L’efficacia dell’inositolo nel ridurre i livelli di glucosio plasmatico è stata riportato in diversi casi di diabete mellito in topi, scimmie e nell’uomo, in virtù della capacità di accelerare l’utilizzo del glucosio e migliorare la sensibilità insulinica. In particolare, sembra esercitare un effetto acuto e cronico anti-iperglicemico insulino-simile sul trasporto di glucosio in topi diabetici, mentre la somministrazione acuta non ha alterato significativamente la concentrazione di glucosio o insulina nell'arco di sei ore in topi obesi con insulino-resistenza severa. Quando somministrato a scimmie con insulino-resistenza o diabetiche, il D-chiro-inositolo ha aumentato l'utilizzazione di glucosio e attivato la sintesi del glicogeno in biopsie muscolari in misura maggiore rispetto alla massima stimolazione insulinica.

Dati clinici?

È stato riportato che l’inositolo migliori la sensibilità insulinica e la funzione ovarica in donne affette da ovaio policistico, e migliori i livelli sierici di insulina e glucosio in donne con sindrome metabolica nel periodo post-menopausale o con diabete gestazionale. In particolare, in donne con storia familiare di diabete di tipo II una supplementazione con Mio-inositolo durante la gravidanza ha ridotto la glicemia dopo Ogtt e l’incidenza di diabete gestazionale.

L'inositolo è stato, inoltre, somministrato in soggetti affetti da diabete tipo II per tredici settimane e ha significativamente ridotto glicemia e insulinemia a digiuno e migliorato il profilo lipidico, mentre quattro settimane di trattamento non hanno alterato l'utilizzo di glucosio insulino-mediato in pazienti obesi affetti da diabete tipo II.

In uno studio pilota condotto su pazienti di ambo i sessi con diabete tipo II, già in trattamento con agenti ipoglicemizzanti, è stata somministrata una combinazione di Mio-inositolo 550 mg e D-chiro-inositolo 13,8 mg, formulazione corrispondente al rapporto myo-inositolo/D-chiro-inositolo di 40:1 analogo a quello rilevato nel sangue, due volte al giorno per tre mesi, registrando una significativa riduzione della glicemia a digiuno e dell'emoglobina glicata e in nessun caso sono stati riportati effetti collaterali.

La stessa formulazione è stata utilizzata in uno studio effettuato in giovani donne obese affette da sindrome dell'ovaio policistico, risultando in una riduzione significativa dei livelli basali di insulina e dell'indice Homa per l'insulino-resistenza.

Eventuali eventi avversi?

Trial clinici hanno evidenziato la comparsa di sintomi gastrointestinali, quali nausea, meteorismo e diarrea, a dosi di 12 g/die. Tuttavia, la formulazione in capsule molli, essendo maggiormente biodisponibile rispetto alla polvere, ha permesso di ridurre la dose somministrata, minimizzando gli effetti collaterali: al dosaggio comunemente usato di 4 g/die per 1-12 mesi non sono riportati eventi avversi.

Che dati avete ottenuto sulla popolazione pediatrica?

In uno studio recentemente pubblicato condotto su bambini obesi tra 7 e 15 anni, abbiamo mostrato come la somministrazione di inositolo, nella formulazione di Mio-inositolo 1.100 mg/D-Chiro-inositolo 27,6 mg/Acido folico 400 μg, in una capsula molle, prima di un test da carico orale di glucosio riduca acutamente l'aumento dei livelli di insulina, soprattutto nei soggetti con insulinemia basale ≥ 15 µU/ml.

Ora cosa state testando?

In un nuovo studio ancora in corso, condotto secondo le linee guida del comitato etico dell’Università di Milano, ci si è posti l’obiettivo di determinare se la supplementazione con inositolo in pazienti maschi in età pediatrica in sovrappeso/obesi con ridotta tolleranza al glucosio abbia effetti benefici anche sulla riduzione del peso corporeo. Il trattamento prevede l’assunzione giornaliera di due capsule molli nella formulazione già descritta sopra, una prima di pranzo e una prima di cena, per un mese e di un placebo, secondo le stesse modalità, per un altro mese.

Nicola Miglino

 

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