Federsalus sull’Aloe: “Occhio, non è bandita l’intera pianta”

29 Aprile 2021

Non tutti i prodotti a base di Aloe sono vietati, ma solo quelli che contengono idrossiantraceni. Così Federsalus, l’associazione che rappresenta l’industria degli integratori in Italia, ribadisce in un position paper diramato nei giorni scorsi per fare chiarezza rispetto a quanto apparso su diverse testate non specializzate negli ultimi tempi.

La questione ormai nota ruota intorno al nuovo regolamento europeo sugli idrossiantraceni, definiti non sicuri da parte dell’Efsa e contenuti, però, come sottolinea Federsalus, soltanto in una specifica porzione della pianta, ovvero le parti più esterne della foglia. Non è quindi bandita l’intera pianta dell’Aloe.

“La sua preziosa polpa interna, gel sine cute naturalmente priva di idrossiantraceni, continuerà a essere valorizzata per produrre integratori e supportare il benessere delle persone, per la sua azione emolliente e lenitiva del sistema digerente, funzioni depurative dell'organismo e per il benessere della gola”, si legge in una nota. “L’attenta lavorazione della foglia, da parte delle aziende produttrici di integratori, infatti, assicura l’estrazione della polpa dell’Aloe eliminando il rischio di presenza di idrossiantraceni”.

Ricordiamo che, lo scorso 19 marzo 2021, la Commissione europea ha pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il nuovo regolamento n. 2021/468 che vieta l’uso dei derivati dell’idrossiantracene negli alimenti e, di conseguenza, anche negli integratori alimentari. In particolare, la Commissione fa riferimento alle sostanze naturali aloe-emodina, emodina, aloina A, aloina B, alla sostanza sintetica dantrone e a tutte le preparazioni che le contengono.

FederSalus precisa “di non condividere le modalità con cui la Commissione europea ha deliberato il verdetto e sostiene che sarebbe stato necessario ulteriore tempo per poter condurre studi scientifici più accurati e precisi a garanzia e a beneficio dei consumatori e del settore” ed evidenzia “che il regolamento stesso dichiara che persistono incertezze”.

Nicola Miglino

 

 

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