Integratori, indagine Federsalus: in pandemia la filiera si è mostrata solida e dinamica

24 Giugno 2021

Ricerca e Sviluppo, digitalizzazione e sostenibilità. Questi i tre pilastri intorni ai quali costruire la ripartenza nel post-Covid da parte delle aziende del settore integratori, così come emerge dalla sesta indagine sulla filiera presentata di recente da Federsalus, l’associazione di categoria che rappresenta produttori e distributori del comparto. Una fotografia che presenta sicuramente più luci che ombre rispetto alla situazione di mercato dopo 15 mesi di pandemia.

L’indagine, condotta su un campione pari al 51% degli associati, 240 aziende nazionali e multinazionali distribuite su tutto il territorio nazionale, evidenzia, infatti, come l’emergenza abbia accelerato i piani di sviluppo tecnologico delle aziende: il 73% ha digitalizzato i processi lavorativi e il 52% ha incrementato le opportunità di lavoro da remoto. Tuttavia, molte delle trasformazioni erano già state programmate “ante Covid-19”: il 47% delle aziende aveva, infatti, già avviato investimenti in tecnologie digitali, promosso una cultura digitale (36%) e avviato strategie di marketing digitale (31%).

Anche la responsabilità sociale attraversa il comparto: l’84% delle aziende che ha dichiarato di aver intrapreso o che sono in fase di sviluppo iniziative per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile è focalizzata su responsabilità sociale e riduzione dell’impatto ambientale.

 Il 53% delle aziende segnala investimenti che si collocano tra il 5 e il 10% del fatturato. Più della metà delle imprese (56%) ha aumentato gli investimenti nel 2020 rispetto all’anno precedente. In generale: tecnologie digitali, sviluppo delle competenze digitali, sostenibilità e formazione del personale sono indicate come priorità di investimento per il futuro da oltre il 65% delle aziende.

A causa della pandemia l’export fa registrare un trend a valore negativo (-4,2%) nell’ultimo anno. Ciò nonostante, l’attività verso i mercati esteri si conferma una leva di crescita fondamentale con ampi margini di sviluppo: il 54% delle aziende dichiara che l’incidenza dell’export sul fatturato totale è inferiore al 25%. Progressivamente sempre più aziende hanno avviato un’attività verso i mercati esteri: nel 2014, il 43% delle aziende dichiarava di non generare fatturato da export e altre attività estere, con riferimento al 2020 lo dichiara solo il 25%. Cresce inoltre la quota di aziende che dichiara un’incidenza del fatturato estero sul totale maggiore del 25% nell’ultimo anno.

Si conferma inoltre l’orientamento per il futuro verso i mercati extra europei, in particolare Usa, Cina, Emirati Arabi e Russia, mentre in Europa cresce l’attenzione verso la Germania, primo partner commerciale del nostro paese.

“Quella degli integratori è una filiera virtuosa composta da aziende solide e dinamiche, che generano occupazione e creano valore per il territorio in cui operano”, dichiara Germano Scarpa, presidente FederSalus. “Rappresentano una realtà con un’altissima vocazione all’investimento in ricerca e sviluppo e l’eccellenza del prodotto italiano. Gli integratori alimentari sono entrati a far parte della quotidianità di tante persone, come dimostra, per esempio l’ingresso nel paniere Istat dei multivitaminici, e sempre più diffusa è la consapevolezza del loro ruolo, ben definito all’interno della prevenzione primaria, così come quella dell’importanza di una guida esperta nel corretto utilizzo di questi prodotti.” (n.m.)

 

 

 

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