Sugar Tax, decreto in Gazzetta. Al via dal 2022, ma l’industria di settore teme crisi

03 Giugno 2021

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 125 del 27 maggio il decreto Mef 12 maggio 2021, che definisce le modalità attuative dell’imposta sul consumo delle bevande edulcorate, anche nota con il nome di “Sugar tax”, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2022. In subbuglio il mondo delle bevande analcoliche che denuncia un rischio di crisi a causa dell’ulteriore balzello fiscale del +28% per ogni litro prodotto.

Il decreto definisce innanzitutto quali sono le bevande edulcorate, ossia zuccherate: “Si intendono così le bevande finite e i prodotti predisposti per diventare bevande previa aggiunta di acqua o altri liquidi, classificabili nelle voci Nc 2009 e Nc 2202 della nomenclatura combinata dell’Ue, aventi un titolo alcolometrico inferiore o uguale a 1,2% in volume e ottenuti con l’aggiunta di sostanze edulcoranti di origine naturale o sintetica il cui contenuto complessivo, determinato con riferimento al potere edulcorante di ciascuna sostanza, sia superiore a 25 grammi per litro nel caso di prodotti finiti e 125 grammi per chilogrammo nel caso di prodotti da diluire”.

L’imposta sulle bevande zuccherate è fissata nella misura di 10 euro per ettolitro per i prodotti finiti e 0,25 euro per chilogrammo per i prodotti predisposti a essere utilizzati previa diluizione.

Preoccupazione è stata espressa da Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe, associazione di Confindustria che rappresenta le aziende produttrici di bevande analcoliche. Il timore è quello di non riuscire ad affrontare questo ulteriore balzello in un momento storicamente complesso per il settore, che nel 2020 ha subito una contrazione del volume di vendite del -40% e per il quale non è previsto un ritorno ai volumi pre-pandemia prima della fine del 2022.

“La nostra preoccupazione è che, in questo momento in cui le aziende hanno bisogno di un aiuto per tornare a crescere, si trovino invece a dover affrontare un aumento della fiscalità pari al 28% per ogni litro prodotto in Italia per la sola sugar tax, al cui si andranno ad aggiungere i costi necessari agli adeguamenti burocratici”, sottolinea Pierini in una nota.

Eppure, dal Regno Unito, arrivano indicazioni esattamente contrarie. Uno studio recente, pubblicato sul British medical journal, ha fotografato la situazione a seguito dell’introduzione, nel 2018, della Uk soft drinks industry levy (Sdil), una forma di tassazione progressiva dei soft drinks sulla base del contenuto in zucchero.

I ricercatori, guidati dall'unità di epidemiologia dell'Università di Cambridge, hanno valutato i cambiamenti negli acquisti domestici di bevande e dolciumi prima e dopo l'implementazione della Sdil, da marzo 2014 a marzo 2019. Sono stati presi in esame 31 milioni di acquisti effettuati da circa 22 mila famiglie che hanno tenuto il conto di tutti gli alimenti e le bevande consumati a casa su base settimanale, compresi quelli ordinati online.

I risultati indicano che il volume totale di soft drinks acquistati non è cambiato prima e dopo l’introduzione dell’imposta, mentre il consumo di zucchero per famiglia è diminuito di 30 g/settimana, pari a un -10%.

Nicola Miglino

 

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