Pubblicato in Videointerviste
Michela Barichella
Presidente di Brain and malnutrition in chronic diseases association
In una popolazione che invecchia, aumenta il rischio di sviluppare malattie neurodegenerative. Quale ruolo può giocare, sul fronte preventivo, una corretta alimentazione? Ormai molto studi indicano, per esempio, nella dieta mediterranea un fattore protettivo. Prendiamo, per esempio, il Parkinson, dove la dieta gioca più ruoli. Intanto la levo dopa, farmaco principale per la cura, è un aminoacido essenziale ed è fondamentale una dieta a ridistribuzione proteica che permetta di migliorare l’assorbimento del farmaco. Per questo si consiglia ai pazienti di spostare l’assunzione di proteine dal pranzo di mezzogiorno alla sera. Gli stessi risultati in corso di fisioterapia nei parkinsoniani migliorano quando si ricorre a un’integrazione muscolo-specifica con aminoacidi essenziali, proteine del siero di latte e vitamina D. I probiotici si rivelano molto utili nel ripristinare stati di eubiosi compromessi dai processi neurodegenerativi mentre per quanto riguarda la dieta chetogenica, cominciano a emergere le prime evidenze su un ruolo anche in ambito Parkinson e Alzheimer.