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Nel corso di questi ultimi anni un grande numero di studi ha ricercato i possibili effetti antipertensivi di diversi integratori alimentari e nutraceutici, molti dei quali sono antiossidanti con un alto profilo di sicurezza e tollerabilità. L’uso di nutraceutici con attività antipertensiva associato a un miglioramento della dieta e dello stile di vita, sembra rappresentare un valido compromesso nei pazienti con pre-ipertensione, nonché un buon adiuvante alla terapia farmacologica nei pazienti ipertesi. Ecco alcuni pratici suggerimenti da parte di Arrigo Cicero, presidente della Società italiana di nutraceutica (Sinut).

In un comunicato l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) avvisa che sono stati segnalati casi di interferenza della biotina con alcuni test di laboratorio. In particolare, “è stato osservato che nei pazienti che assumono biotina si possono riscontrare risultati erroneamente alti oppure erroneamente bassi per alcune indagini di laboratorio clinicamente rilevanti. Tali risultati non attendibili possono portare a una gestione inappropriata del paziente o a una diagnosi errata. Per esempio, un risultato falsamente basso per la troponina può portare a una mancata diagnosi di infarto, con implicazioni cliniche potenzialmente gravi. La biotina può anche determinare dei risultati per i test della tiroide che mimano la malattia di Graves, e comportare quindi un trattamento non necessario con farmaci antitiroidei”.

Ai medici si raccomanda pertanto di chiedere regolarmente ai pazienti se stanno assumendo biotina prima di prescrivere indagini di laboratorio e ai farmacisti, contestualmente alla dispensazione di medicinali o integratori a base di biotina come monocomponente o in associazione, di informare sempre i pazienti sul rischio di interferenza.

“La biotina” conclude il comunicato “è una vitamina idrosolubile appartenente al gruppo B, utilizzata nel trattamento del deficit di biotina, nel trattamento di alcune malattie della pelle o in nutrizione parenterale come supplemento vitaminico. La biotina è contenuta anche in alcuni integratori alimentari per cui le medesime cautele vanno seguite anche nel caso di assunzione di questi preparati”.

Studi sperimentali e clinici mettono in evidenza l’efficacia di estratto di vinacce di Aglianico nel ridurre i livelli di Tmao (trimetilammina-N-ossido), nuovo marker di rischio cardiovascolare che studi recenti hanno indicato essere correlato a gravi eventi aterotrombotici. L’ipotesi è che l’effetto sia dovuto a un’azione antibatterica dell’estratto sulla flora microbica intestinale, in particolare su clostridi e firmicutes, responsabili della produzione di Tmao. 

lUn effetto clinico correlato a un effetto metabolico non soltanto rafforza l’efficacia di un prodotto nutraceutico ma consente anche di utilizzare popolazioni non necessariamente molto ampie negli studi e ovviare così a uno dei principali limiti delle sperimentazioni. Videointervista a Francesco Scaglione, Direttore della Scuola di specializzazione in Farmacologia e Tossicologia clinica, Università degli Studi di Milano

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