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 Negli ultimi decenni, a seguito dell’aumento dei tassi di mortalità dovuti alle malattie cardiovascolari, si è manifestata una crescente urgenza di trovare approcci alternativi al trattamento farmacologico convenzionale per prevenire l’insorgenza di malattie croniche.

Meno sale per tutti grazie alla Dieta mediterranea. Questo il messaggio lanciato dalla Società italiana di nutrizione umana (Sinu) in occasione della Settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale, promossa dal 13 al 19 maggio dal Wassh (World action on salt, sugar and health). Scegliere pane meno salato, preferire gli alimenti freschi e insaporire le ricette con aromi e spezie sono i consigli suggeriti, ponendo in evidenza come, attraverso la riduzione del consumo di sale a meno di 5 grammi al giorno, si potrebbero prevenire oltre 2 milioni e mezzo di morti premature, in linea con i dettami Oms.

Si terrà dal 17 al 19 ottobre prossimi, a Bologna, il 25° Congresso nazionale Adi (Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica).

Ne uccide più l'alimentazione (scorretta) che il fumo. In Occidente, oggi, è così. Negli ultimi cento anni l'umanità ha radicalmente trasformato il proprio modo di mangiare. Siamo caduti senza accorgercene in una serie di “trappole” e basta guardare gli scaffali di un supermercato per capire quanto sia radicato il problema: il 90% della superficie è occupata da conserve in scatola, piatti pronti, carne e salumi a perdita d'occhio, biscotti, yogurt zuccherati, gelati e altri alimenti ultraprocessati. Questo cambiamento troppo rapido (se si pensa ai tempi dell'evoluzione naturale) ha colto alla sprovvista il nostro organismo, alterando gli equilibri essenziali a mantenerlo in salute.

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