Prof. Cicero, qual è il razionale di impiego dei nutraceutici in caso di ipertensione arteriosa?
Il rischio di sviluppare complicanze cardiovascolari aumenta già all'aumentare della pressione di pochi millimetri di mercurio rispetto ai valori ottimali. Quindi avere 138/84 mmHg di pressione significa avere un rischio già significativamente maggiore rispetto ad avere 120/80 mmHg, pur essendo il primo caso ancora nel range dell'accettabile per la maggior parte delle persone. In questo range di valori un approccio non farmacologico è caldamente suggerito: attività fisica, calo di peso, dieta sana povera di sodio e il ricorso agli stessi nutraceutici.
Quali sono i più adatti? A quali dosaggi?
Molti nutraceutici hanno azioni specifiche sulla pressione arteriosa. Di sicuro il più utile, economico ed utilizzabile nella maggior parte dei pazienti è il magnesio, preferibilmente chelato, non ossido, perché meglio assorbito. La dose efficacie è usualmente intorno ai 350-400 mg/die. La scelta, però, va individualizzata. Nelle donne gravide calcio e vitamina D potrebbero essere più utili, mentre nelle donne in menopausa gli isoflavoni - estrogeni vegetali o fitoestrogeni, 80 mg/die -. Chi soffre di ipertensione notturna può avere un vantaggio dall'uso di melatonina, da 2 mg in su, meglio se a lento rilascio. Sono molto promettenti le fonti di nitrati vegetali come il succo di barbabietola. Altri prodotti sono molto efficaci ma vanno assunti a dosi elevate, in genere costose. Come per esempio il resveratrolo, il coenzima Q10 o il licopene.
Possono essere di utile supporto alla terapia farmacologica?
I nutraceutici con attività positiva sui livelli pressori usualmente possono essere associati anche ai farmaci antipertensivi di più comune impiego per ottimizzare ulteriormente il controllo pressorio. L'unico integratore che richiede attenzione nella supplementazione del paziente trattato col farmaco è il potassio, dato che i farmaci antipertensivi più impiegati, ovvero i modulanti del sistema renina-angiotensina-aldosterone, tendono ad aumentare di per sé la concentrazione di potassio nel sangue. È comunque importante che il paziente in terapia farmacologica chieda un consiglio al suo medico o al farmacista di fiducia prima di assumere integratori di qualunque tipo.
Esiste un ruolo per i probiotici?
Evidenze scientifiche recenti correlano la salute intestinale a quella cardiovascolare. Esiste anche qualche piccolo studio clinico condotto su ceppi specifici che sembra dimostrare un blando effetto antipertensivo associato all'impiego di nutraceutici, ma è difficile al momento fornire un'indicazione specifica in tal senso.
Nicola Miglino