L-arginina, a Napoli si studia la nuova arma contro Covid-19

02 Dicembre 2020

Arginina contro Sars-coV-2. La battaglia è appena cominciata e a condurla è l’ospedale Cotugno di Napoli sotto la guida di Giuseppe Fiorentino, primario di Pneumologia e responsabile dei reparti di terapia di bassa intensità e sub-intensiva Covid-19 al nosocomio partenopeo.

 Si tratta di un approccio terapeutico in uso al Cotugno sin dalla prima ondata e che si è oltremodo evoluto nel corso di questi mesi, al punto da indurre i medici a dare vita a uno studio clinico randomizzato, in doppio cieco che ha da poco avuto il via libera da parte del Comitato etico dell’Ospedale.

 "Ricerche recenti hanno dimostrato che la disfunzione endoteliale è una delle principali cause di diverse condizioni patologiche che interessano il sistema cardiovascolare, tra cui ipertensione, aterosclerosi, diabete e aterotrombosi”, sottolinea Gaetano Santulli, docente e ricercatore presso l’Albert Einstein College of Medicine di New York e l’Università Federico II di Napoli. “Le manifestazioni sistemiche osservate nel Covid-19 potrebbero essere spiegate proprio da una disfunzione endoteliale. La L-Arginina è coinvolta in diverse vie metaboliche; tra queste, è particolarmente rilevante la conversione in citrullina tramite l'enzima ossido nitrico sintasi che determina la produzione di ossido nitrico, NO, un mediatore endogeno di processi biologici quali la vasodilatazione e la trasmissione degli impulsi nervosi che viene prodotto dall’endotelio come modulatore del tono vascolare. La produzione di livelli adeguati di NO nell'endotelio vascolare è fondamentale per la regolazione del flusso sanguigno e per la vasodilatazione. Da qui ne è derivato l’interesse medico scientifico per la L-Arginina e per il suo potenziale ruolo nella modulazione della funzione endoteliale, in quanto precursore dell’NO”.

Lo scorso aprile il gruppo di ricerca di Santulli ha potuto dimostrare, per primo, che le manifestazioni sistemiche osservate in corso di Covid-19 potrebbero essere spiegate da una disfunzione endoteliale preesistente. Infatti, alterazioni della funzione endoteliale sono state correlate a ipertensione, diabete, tromboembolia e insufficienza renale, tutte presenti, in misura diversa, nei pazienti Covid-19.

“Altri ricercatori hanno successivamente confermato la nostra opinione”, spiega Santulli. “Per questi motivi ipotizziamo che l'integrazione di L-arginina possa essere utile a contrastare la disfunzione endoteliale nei pazienti Covid-19, senza timore di eventi avversi. A oggi, una dose integrativa di 3 g/die sembra essere efficace nel favorire l’aumento dei livelli di NO, con positivo riscontro sulla funzione endoteliale, senza effetti tossici”.

Sulla base di queste evidenze scientifiche l’Ospedale Cotugno di Napoli ha impiegato L-Arginina nei pazienti ricoverati per patologia da Covid-19 già dallo scorso marzo, anche con evoluzione del protocollo.

“Inizialmente, la terapia sub-intensiva prevedeva la ventilo-terapia non invasiva, accompagnata da ventilazione Cpap, ossigenoterapia ad alti flussi, somministrazione di steroidi, cortisone e antibiotici, terapia integrativa con multivitaminici e idratazione” dice Fiorentino. “Con l’arrivo della seconda ondata, l’integrazione multivitaminica è stata sostituita dalla somministrazione di 2 flaconcini/die di L-Arginina, pari a 1,66g x 2, uno al mattino e uno alla sera. Questo nuovo approccio è risultato clinicamente efficace già dopo due settimane di trattamento determinando un recupero più rapido della funzionalità respiratoria e la precoce negativizzazione dei pazienti. In particolare, la terapia ha mostrato effetti favorevoli sui tempi di dimissione, sul recupero del numero di linfociti e sul rapporto P\F tra pO2 arteriosa e FiO2 inspirata. Per quest’ultimo parametro si riscontra quasi un raddoppio della velocità di recupero. A fronte di questi risultati e con l’obiettivo di sistematizzare e condividere queste osservazioni con la comunità scientifica, il nostro ospedale ha avviato uno studio clinico randomizzato, a gruppi paralleli, controllato in doppio cieco verso placebo, per valutare se l’aggiunta alla terapia standard di due flaconcini al giorno di L-Arginina, per via orale, in soggetti affetti da Covid-19 sia utile per produrre un miglioramento della prognosi nei pazienti affetti da questa patologia”.

Il protocollo dello studio prevede il reclutamento di 300 pazienti ospedalizzati per infezione da Covid-19 con positività del test molecolare: 150 saranno trattati con L-Arginina e 150 con placebo. Endpoint primario: riduzione dei tempi di normalizzazione del P/F (rapporto tra pressione alveolare di ossigeno e frazione inspiratoria di ossigeno). Endpoint secondari: riduzione dei tempi di normalizzazione dei linfociti; riduzione dei tempi di degenza; riduzione dei tempi di negativizzazione del Rt Pcr per SarS Cov2 su tampone naso faringeo; incidenza di Covid-19 post acuto; incidenza di Covid-19 cronico; effetti del trattamento sui biomarker di infiammazione.

Nicola Miglino

 

 

 

 

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