Vaccinazione anti Covid: risposta anticorpale meno duratura con carenza di vitamina D

12 Settembre 2023

La carenza di vitamina D si associa a una risposta anticorpale meno duratura alla vaccinazione anti Covid. Questo il risultato di uno studio retrospettivo pubblicato di recente su Endocrine da un gruppo di ricercatori del San Raffaele di Milano.

La ricerca è stata condotta su una coorte 119 operatori sanitari senza storia precedente di presenza anticorpale legata a infezione da Sars-Cov-2. Sono stati seguiti per due cicli vaccinali con vaccino Pfizer a m-Rna. Al momento della prima immunizzazione sono stati rilevati i livelli di 25(OH)D, mentre la risposta immunitaria è stata valutata al tempo 0 (T0), prima della prima dose; T1, alla seconda dose (21 giorni dopo T0); T2, T3, T4 rispettivamente a 1, 5 e 9 mesi dopo T1.

I livelli mediani di 25(OH)D erano 25,6 ng/mL ed è stata osservata carenza di vitamina D (25(OH)D <20 ng/mL) in 29 partecipanti (24,8%). Nei soggetti con carenza di vitamina D, si è riscontrata una tendenza non significativa verso titoli anticorpali più bassi a T3 e titoli significativamente più bassi a T4 rispetto ai non carenti, osservando anche un calo più pronunciato del titolo anticorpale dai picchi T2 e T4 nei carenti.

A conferma di questi dati i ricercatori del San Raffaele hanno riscontrato che i valori di vitamina D prima della vaccinazione correlavano significativamente e indipendentemente da altre variabili con la concentrazione degli anticorpi anti Covid al nono mese dopo la seconda dose del vaccino anti Covid.

“La vitamina D è un ormone con azioni pleiotropiche fondamentali per il nostro organismo”, sottolinea Andrea Giustina, direttore dell’Istituto di scienze endocrine e metaboliche del San Raffaele di Milano, presidente Gioseg (Glucocorticoid induced osteoporosis skeletal endocrinology group) e coordinatore della ricerca. “Tra esse, l’importanza della sua azione immunomodulante è emersa chiaramente nel corso della pandemia. Infatti, bassi di livelli di vitamina D si associano al Covid severo e, come da noi recentemente dimostrato, allo sviluppo di long Covid. Il nostro studio evidenzia come la mancanza di vitamina D e, quindi, della sua azione immunomodulante, abbia conseguenze rilevanti non tanto nell’ottenimento del picco anticorpale post vaccino ma nella minor persistenza nel tempo di tale risposta. I nostri dati suggeriscono che in Paesi ad altra prevalenza di ipovitaminosi D come il nostro, soprattutto nella fascia di età in cui la vaccinazione è raccomandata, sia opportuno misurare i valori di vitamina D ed eventualmente integrarla se insufficiente prima della vaccinazione per ottimizzare i livelli anticorpali a lungo termine. In alternativa, potrebbe essere utile almeno effettuare la vaccinazione prima dell’autunno quando i valori di vitamina D iniziano fisiologicamente a calare nella popolazione”. (n.m.)

 

 

 

 

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