I tumori della pelle sono oggi tra le patologie oncologiche più diffuse, possono presentarsi a qualsiasi età, soprattutto avanzata, sono causa di decine di migliaia di interventi chirurgici e decessi ogni anno e la loro incidenza è in continua crescita.
Oltre al più noto melanoma, nel 2018 i dati Airtum hanno stimato 83 mila tumori cutanei maligni non-melanoma. Tra questi, per esempio il carcinoma spinocellulare (Cscc) che conta da solo circa 19 mila casi in Italia.
Se è vero che la ricerca ha reso disponibili opzioni terapeutiche, come l’immunoterapia, capaci di dare una svolta al trattamento di alcuni tipi di tumore, è altrettanto vero che lo stile di vita adottato gioca un ruolo importante nel raggiungimento dei risultati clinici attesi:
“Nell’ambito del trattamento oncologico dei tumori cutanei avanzati come il melanoma e del carcinoma spinocellulare, recenti studi evidenziano che le differenze nel microbiota intestinale possono influenzare la risposta all’immunoterapia con farmaci anti-Pd-1”, dice Patrizia Serra, coordinatrice del progetto Nutro (Nutrizione terapia ricerca in oncologia,), presso l’Istituto romagnolo per lo studio dei tumori (Irst).
“Il microbiota intestinale è formato da un numero elevatissimo di specie batteriche che svolgono un’intensa attività metabolica e possono influenzare le funzioni dell’organismo. Inoltre, il microbiota intestinale svolge anche un ruolo importante nella difesa dell’organismo contro diversi patogeni e nella stimolazione e modulazione del sistema immunitario, promuovendo il mantenimento di una mucosa intestinale sana e contrastando lo stato infiammatorio proprio di alcune patologie cutanee”.
Una corretta alimentazione è fondamentale anche in termini di profilassi. Da ricordare, infatti, l’importanza dei pomodori ricchi di licopene, del tè verde, dei sulforafani presenti nei broccoletti e nella rucola, le vitamine C e D, lo zinco e il magnesio.
Tra le patologie infiammatorie cutanee, dalle ultime evidenze è emersa un’alterazione della composizione del microbiota intestinale nei pazienti con dermatite atopica e, anche in questo caso, la dieta potrebbe giocare un ruolo a sé tra i fattori ambientali.
“La dermatite atopica è una malattia infiammatoria cronica della pelle che si associa a un aumentato rischio di sviluppare allergie alimentari, asma, rinite allergica, e altre malattie infiammatorie immuno-mediate”, sottolinea Giuseppe Benati, direttore della geriatria dell’ospedale di Forlì e responsabile della rete di dietetica e nutrizione clinica Ausl Romagna). “Per avere un sistema immunitario forte e garantire la salute del microbiota intestinale è fondamentale uno stile di vita sano che includa anche una dieta equilibrata e varia, caratterizzata dal consumo giornaliero di frutta e verdura, cereali integrali, legumi, proteine di origine vegetale e animale”.
Partita in Campania lo scorso ottobre, la campagna Immunoterapia e Nutrizione nasce dai lavori di un board Scientifico composto Ignazio Stanganelli, presidente Imi e direttore della Skin cancer unit presso l’Irst; Paolo Ascierto, direttore Uo Oncologia melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative, Istituto G. Pascale di Napoli e Gabriella Fabbrocini, direttore Uoc di Dermatologia clinica, Aou Federico II, Napoli.