Vitamina D in gravidanza protegge il neonato dal rischio di dermatite atopica

07 Settembre 2022

Un’integrazione di vitamina D in gravidanza riduce sensibilmente il rischio che il neonato sviluppi dermatite atopica nel primo anno di vita, in particolare nei bambini allattati al seno per più di un mese. Questi i risultati di un trial clinico randomizzato, controllato in doppio cieco, condotto da un team dell’Università di Southampton e pubblicato sul British journal of dermatology.

La dermatite atopica è un'infiammazione della pelle che si presenta con la formazione improvvisa di cute secca e pruriginosa e di chiazze rosse con vescicole. Si stima che ne sia colpito un bambino su sei di età compresa tra uno e cinque anni, con un’incidenza che è andata via via aumentando negli ultimi decenni.

Lo studio dell'Università di Southampton ha coinvolto 700 donne in gravidanza: 352 hanno assunto un’integrazione di 1.000 UI/die di vitamina D dalla 14.ma settimana fino al parto, 351 un placebo. I risultati mostrano che i figli di madri che avevano ricevuto l’integrazione presentavano un rischio ridotto del 45% di sviluppare dermatite atopica nei primi 12 mesi di vita, un beneficio particolarmente evidente soprattutto tra coloro che venivano allattati al seno per almeno un mese. La differenza, però, andava attenuandosi sino a non avere valore statistico a 24 e 48 mesi, segno che dopo il primo anno di vita, altri fattori potrebbero entrare in causa nello scatenare il processo infiammatorio.

Così commentano gli autori: “I nostri sono i primi dati derivanti da uno studio clinico randomizzato e controllato sull’effetto protettivo dell'integrazione prenatale di colecalciferolo sul rischio di dermatite atopica infantile. Un’azione presumibilmente legata all'aumento dei livelli di colecalciferolo nel latte materno e che fornisce i presupposti per raccomandare di assumere vitamina D in gravidanza”.

Nicola Miglino

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