Zinco, review italiana chiarisce ruolo in caso di Covid-19

09 Febbraio 2022

Il ruolo dello zinco nella prevenzione e nel trattamento dell’infezione da Sars-coV-2 è uno dei temi più discussi di questi due anni di pandemia. A raccogliere le evidenze scientifiche oggi disponibili ci ha pensato un gruppo di ricercatori e clinici afferenti al dipartimento di Patofisiologia e Trapianti dell’Università di Milano nonché a quello di Neuroscienze e salute mentale dell’Ospedale Irccs Policlinico di Milano. I risultati sono stati pubblicati su Advances in nutrition.

In premessa, gli Autori sottolineano come il razionale su un potenziale impiego di Zn++ nel Covid-19 si basi su diverse evidenze, a partire dalla potenziale attività antinfiammatoria nei confronti della risposta all’infezione a quella antivirale su una serie di agenti patogeni, inclusi i coronavirus. Inoltre, ribadiscono, si è visto come Zn++ svolga un ruolo centrale nella regolazione del funzionamento cerebrale, tanto che molti disturbi si associano a una sua carenza, comprese malattie neurodegenerative, disturbi psichiatrici e lesioni cerebrali.

“I risultati della nostra review suggeriscono potenziali applicazioni sia a livello preventivo che terapeutico”, concludono nella parte finale del lavoro. “Per quanto riguarda il primo aspetto, Zn++ è fondamentale per mantenere un corretto equilibrio del sistema immunitario e una sua carenza potrebbe essere considerata fattore predisponente all'infezione. Molti dati scientifici, infatti, dimostrano una correlazione tra stato individuale di Zn++ e una predisposizione alle malattie virali, in particolare di carattere respiratorio. In questa prospettiva, un'integrazione di Zn++ può essere utile per ridurre il rischio di infezione da Sars-coV-2, soprattutto nelle fasce di popolazione più fragili, come gli anziani, gli immunodepressi e i pazienti con malattie cardiovascolari. Per quanto riguarda il potenziale impiego terapeutico, studi in vitro hanno dimostrato che Zn++ è in grado di esercitare un effetto antivirale diretto contro i coronavirus, come Sars-CoV-2 e il virus dell'arterite equina. Questo micronutriente può quindi rappresentare un adeguato trattamento aggiuntivo ai farmaci attualmente somministrati per il Covid-19, in considerazione del suo specifico effetto inibitorio sulla replicazione intracellulare del virus. Infine, grazie alle sue proprietà neuroprotettive, Zn++ può avere effetti significativi sul danno neurologico correlato a Covid-19 e sui sintomi della malattia. La neuroprotezione avverrebbe attraverso diversi meccanismi. Innanzitutto, in virtù di un’attività antinfiammatoria sistemica, in grado di attenuare la tempesta citochinica che spesso accompagna il decorso della malattia. Con la capacità, poi, di modulare la funzione della barriera ematoencefalica, la cui permeabilità può risultare alterata nei pazienti Covid. Infine, preservando l'integrità delle cellule della mucosa nasale, rafforzando così la risposta immunitaria adattativa indotta dal tessuto linfoide locale”.

Nicola Miglino

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