I partecipanti sono stati divisi in due gruppi. Il primo doveva seguire una dieta con meno di 40 g/die di carboidrati per i primi tre mesi e sotto i 60 dal terzo mese a fine studio. In aiuto, veniva fornita consulenza nutrizionale, tramite incontri periodici, manuali con linee-guida e ricettari. Il secondo, doveva seguire la sua dieta abituale.
Alla fine dei sei mesi, il gruppo di intervento ha rilevato una diminuzione dell’HbA1c rispetto ai controlli dello 0,23%. Sono state evidenziate anche riduzioni significativamente superiori della glicemia a digiuno (-8,4 mg/dl vs + 1,9 mg/dl) e del peso corporeo (- 6,4 kg vs - 0,5 kg).
Così commenta Kirsten S. Dorans, della Tulane university di New Orleans, coordinatrice della ricerca: “Mentre le diete a basso contenuto di carboidrati sono spesso raccomandate per le persone con diabete di tipo 2, esistono poche prove del fatto che mangiare meno carboidrati possa influire sulla glicemia di persone con diabete lieve o prediabete, non in trattamento farmacologico. Con il nostro studio abbiamo evidenziato come, a sei mesi, un intervento dietetico a basso contenuto di carboidrati sia in grado di determinare riduzioni di HbA1c maggiori rispetto alla dieta abituale, sebbene non siamo stati in grado di valutarne gli effetti indipendentemente dal calo ponderale. Questo approccio dietetico può essere un'opzione per le persone ad alto rischio di sviluppare diabete, per migliorare i marcatori glicemici e non solo e andrebbe valutato ulteriormente in altre popolazioni e per periodi di tempo più lunghi”.
Nicola Miglino