Il Lsa è una malattia rara, con una prevalenza stimata attorno allo 0,1- 1,7% della popolazione generale. Può insorgere in entrambi i sessi a qualsiasi età. È più frequente nelle donne con un rapporto donna: uomo compreso tra 3:1 e 10:1. Si riscontrano due picchi di insorgenza: età pre-puberale ed età postmenopausale nelle donne, mentre negli uomini nella quarta decade di vita risulta la più frequentemente colpita.
Sebbene non ci siano alimenti specifici da evitare o da raccomandare per i pazienti affetti da lichen scleroso genitale, alcune persone potrebbero notare che determinati cibi possono scatenare o peggiorare la sintomatologia. In tal caso, può essere utile tenere un diario alimentare per identificare eventuali correlazioni tra la dieta e i sintomi presenti.
Tra gli alimenti che sembrano aggravare la sintomatologia figurano:
gli ossalati: composti organici naturali presenti in un'ampia varietà di alimenti a base vegetale. Simili alle lectine, ai fitati e ad altri composti di difesa delle piante, sono anti nutrienti che si legano ai minerali, come calcio o ferro, e formano composti di ossalato che ne riducono la biodisponibilità;
l’istamina: sebbene non sia stata condotta un'indagine specifica su intolleranza all'istamina e Lsa, esistono differenze funzionali nei mastociti, i principali produttori di istamina nel corpo, tra pazienti con Lichen planus e partecipanti sani. Il Lichen planus è una condizione della pelle simile alla Lsa Questo suggerisce un legame tra i meccanismi infiammatori neurogeni dell'istamina e le condizioni infiammatorie della pelle;
lo zucchero: numerose prove dimostrano che le diete ricche di zuccheri raffinati e amido, a basso contenuto di frutta, verdura, cereali integrali e Omega-3 gli acidi grassi possano causare un'attivazione del sistema immunitario innato che porta a un'infiammazione cronica per mezzo di alcune citochine proinfiammatorie in vari tessuti;
i prodotti lattiero-caseari: numerosi studi dimostrano una forte evidenza del fatto che l’esposizione agli allergeni alimentari, comprese le proteine del latte, durante l’infanzia aumenta il rischio complessivo di sviluppare autoimmunità;
il glutine: oltre alla celiachia, è stato dimostrato che il glutine, o più specificamente la gliadina, la proteina presente nel grano, causa sensibilità al glutine non celiaca, attivando le cellule T e innescando una risposta proinfiammatoria associata all’autoimmunità.
Se il consumo di specifici alimenti sembra peggiorare i sintomi correlati a lichen sclerosus, si potrebbe essere tentati dal ridurre o quasi del tutto eliminare questi alimenti dalla propria dieta.
Tuttavia, è importante sottolineare che la sensibilità ad alcuni cibi può variare da persona a persona. Risulta pertanto sempre consigliabile consultare un medico o un dietista prima di apportare modifiche significative alla tua dieta, in modo da ricevere consigli personalizzati in base alle tue esigenze e alla tua condizione specifica.
Lucia Merlino, medico-chirurgo, specialista in Ginecologia e Ostetricia
Francesca Svetoni, biologo, nutrizionista.