Da PubMed, Scopus, Embase, Web of Science e Cochrane Central Library i ricercatori hanno selezionato 22 metanalisi sugli effetti dei Pufa n-3 nel controllo dei sintomi depressivi.

I risultati hanno rivelato un miglioramento significativo nella maggior parte degli studi inclusi, con dosaggi che variavano da 0,09-3,4 g/die per Dha e 0,009-6,2 g/die per Epa. L’azione più marcata si è rivelata quella nei soggetti con disturbo depressivo maggiore, rispetto ai casi con sintomi depressivi lievi. Inoltre, è stata riscontrata una relazione diretta tra i dosaggi di Omega-3 e la dimensione dell’effetto sulla depressione, con l’Epa che ha dimostrato un effetto maggiore rispetto al Dha.

Secondo i ricercatori, una possibile spiegazione risiede nella capacità degli Omega-3 di influenzare l’attività e la struttura del cervello favorendo la neurogenesi e la sinaptogenesi e aumentando l’espressione del recettore della dopamina. Inoltre, i Pufa Omega-3 sembrano favorire l’azione del Bdnf (Fattore neurotrofico derivato dal cervello), una neurotrofina essenziale per lo sviluppo e la sopravvivenza neuronale, la plasticità sinaptica e la funzione cognitiva.

Così concludono: “L'integrazione di Omega-3 produce un miglioramento significativo sugli indici di depressione nella maggior parte degli studi preso in esame. Questo risultato è più pronunciato in caso di depressione maggiore ed è correlato linearmente al dosaggio. L'Epa sembra avere un’efficacia maggiore rispetto al Dha e, comunque, in nessun caso l’integrazione ha mostrato un’azione superiore alla terapia farmacologica, ma solo un beneficio aggiuntivo”.

Nicola Miglino