“Le conseguenze negative della malnutrizione sono numerose e gravi: aumenta il rischio di patologie nei soggetti sani, il rischio di complicazioni nelle persone con patologie croniche, allunga la degenza ospedaliera, riduce la durata e la qualità della vita”, dice Maurizio Muscaritoli, presidente Sinuc. “Nonostante ciò, la gestione clinica della malnutrizione presenta ancora ampie variabilità e lacune. La Sinuc sottolinea l’enorme importanza di un fondo sanitario dedicato alla prevenzione delle malattie proprio con approcci nutrizionali improntati a corretti stili di vita sin dalla prima infanzia e per tutta la durata della vita”.
Lo studio della Fondazione Aletheia, patrocinato dal ministero della Salute, ha evidenziato che, per coprire i costi di sovrappeso e obesità, ogni italiano paga quasi 300 euro di tasse l’anno, con una contrazione del Pil del 2,8%.
Pesano, nel calcolo, l’adozione di una dieta tipicamente occidentale, ricca di carne e cibi pronti o ultra-processati che influisce sullo sviluppo di sovrappeso e obesità anche nei giovani: negli ultimi venti anni, in Italia, c’è stato un aumento del 7,1% delle persone in sovrappeso e del 36,4% di quelle obese.
“Uno studio presentato all'ultimo meeting dell'American society for nutrition ha sottolineato proprio l’impatto di bevande analcoliche e carni lavorate”, afferma Alessio Molfino, del dipartimento di Medicina traslazionale e di precisione presso la Sapienza Università di Roma. “Secondo l'indagine, assumere quantità elevate di cibo ultra-processato può ridurre la durata della vita di oltre il 10%. Il rischio di mortalità sale al 15% per gli uomini e al 14% per le donne. Quando parliamo di malnutrizione dobbiamo considerare entrambe le facce della medaglia, la malnutrizione per eccesso, ma anche quella per difetto con obesità e perdita di massa muscolare, condizione nota come obesità sarcopenica, in grado di aumentare il rischio di fragilità, peggiorando i quadri clinici”.
Il rapporto realizzato da Fondazione Aletheia indica che una riduzione del 20% delle calorie assunte da alimenti ad alto contenuto di zucchero, sale e grassi saturi potrebbe prevenire in Italia 688 mila malattie croniche entro il 2050 e far risparmiare 278 milioni di euro l’anno di spesa sanitaria.
“L’aderenza alla Dieta mediterranea, invece - sottolinea Sinuc - ha mostrato vantaggi a lungo termine: maggiore longevità, invecchiamento in salute, diminuzione dell’infiammazione e migliore immunità grazie anche al miglior profilo del microbiota intestinale e dei parametri metabolici”. (n.m.)