Lo studio, pubblicato sull’ American journal of clinical nutrition, ha preso in esame, come ingredienti chiave, colina e iodio, verificando anche la presenza di arsenico, piombo e cadmio. I ricercatori hanno testato un campione di 47 diverse confezioni (32 da banco e 15 da prescrizione) acquistate online o fisicamente nei negozi dove sono comunemente disponibili. Hanno poi misurato, in laboratorio, le quantità effettive di colina e iodio rispetto a quanto riportato in etichetta, controllando la presenza di arsenico, piombo e cadmio e confrontando poi i risultati con i limiti di sicurezza ufficiali.
In Usa, il Food and nutrition board dell'Institute of Medicine raccomanda assunzioni di riferimento per la colina pari a 450 mg/die durante la gravidanza e 550 mg/die durante l'allattamento, con un limite massimo tollerabile di 3.500 mg/die. Per lo iodio, l'assunzione di riferimento dietetica raccomandata per le donne di età pari o superiore a 19 anni è di 150 mcg/die, che aumenta a 220 mcg/die durante la gravidanza e 290 mcg/die durante l'allattamento. Il limite massimo tollerabile per lo iodio è di 1.100 mcg/die. Questi i limiti giornalieri delle sostanze nocive presenti nei prodotti farmaceutici secondo la farmacopea negli Stati Uniti: arsenico, 2,5 mcg; cadmio, 0,5 mcg; piombo 0,5 mcg.
I ricercatori hanno scoperto che la maggior parte dei prodotti non elencava la colina e molti di quelli che lo facevano non ne contenevano la quantità corretta. Solo 12 (26%) denunciavano il contenuto di colina. Tra questi, 5 entro il 20% della quantità dichiarata, 2 oltre la quantità dichiarata di > 20% e 5 sotto la quantità dichiarata di >20%.
Per lo iodio, la maggior parte delle confezioni ne conteneva meno del dichiarato e pochissime ne riportavano la quantità corretta: solo il 53% dei prodotti indicava il contenuto di iodio e solo quattro contenevano effettivamente la quantità in etichetta.
Hanno anche verificato come alcuni prodotti presentassero livelli di metalli pesanti superiori a quelli attesi. In particolare, sette avevano arsenico in eccesso, due troppo piombo e tredici troppo cadmio rispetto a limiti stabiliti dalla Farmacopea statunitense.
"Siamo tra i primi a misurare le quantità effettive di colina e iodio in un ampio campione di integratori prenatali”, commentano gli Autori. “Anche la presenza di contaminanti, in particolare cadmio, è preoccupante. I nostri risultati evidenziano un divario significativo tra ciò che è elencato sulle etichette e ciò che è effettivamente presente nei prodotti, sottolineando l'urgente necessità di una più forte supervisione normativa in quest'area. Ciò non fa venir meno l’importanza dell’assunzione di multivitaminici e minerali in gravidanza, ma la raccomandazione è sempre di leggere l’etichetta e confrontarsi con un professionista sanitario per scegliere l’integratore più indicato”. (n.m.)