La ricerca ha avuto inizio nel 2009, con lo studio Mavidos, che ha reclutato oltre 1.000 donne tra Southampton, Oxford e Sheffield.
Nel corso della gravidanza, le partecipanti sono state assegnate in modo casuale e in doppio cieco a due gruppi: uno ha assunto 1.000 UI/die in più dello standard di vitamina D. L'altro, una compressa di placebo. L'analisi preliminare ha valutato la salute delle ossa dei bambini all'età di quattro anni e i risultati hanno mostrato che la massa ossea era maggiore nei figli di madri che avevano assunto integratori di vitamina D durante la gravidanza rispetto al placebo.
In questo ultimo studio, invece, i ricercatori hanno indagato se gli effetti persistevano fino a metà infanzia.
Il team ha seguito 454 bambini di età compresa tra i sei e i sette anni, tutti dell'area di Southampton. Le scansioni della densità ossea (Dexa) hanno rivelato che quelli nati da madri a cui sono stati somministrati integratori di vitamina D durante la gravidanza conservavano una maggiore densità minerale ossea a metà infanzia: le ossa contenevano più calcio e altri minerali che le hanno rese più forti e meno soggette a fratture.
Lo studio Mavidos ha aiutato i ricercatori di Southampton a comprendere i possibili meccanismi che legano l'integrazione di vitamina D materna alla massa ossea della prole. Nel 2018, infatti, hanno dimostrato come la supplementazione sia in grado di apportare cambiamenti nell'attività dei geni legati al metabolismo della vitamina D.
Nel 2022, poi, hanno messo in evidenza come l'assunzione di integratori di vitamina D durante la gravidanza riduca le probabilità di comparsa di eczema atopico entro l'anno di vita del bambino e favorisca un parto naturale.
Così commenta Rebecca Moon, docente di Salute dell'infanzia presso l'Università di Southampton: "Gli ultimi risultati mostrano che i benefici dell'integrazione di vitamina D durante la gravidanza persistono fino a metà infanzia. Questo intervento precoce rappresenta un'importante strategia di salute pubblica: rafforza le ossa dei bambini e riduce il rischio di patologie come l'osteoporosi e le fratture in età avanzata". (n.m.)