Malattie croniche: integratori utili per prevenire e risparmiare. Il rapporto Frost & Sullivan

17 Gennaio 2023

Investire in prevenzione anche grazie all’impiego di integratori alimentari di provata efficacia può far risparmiare miliardi ai sistemi sanitari. Questa la conclusione di una ricerca che la Us Crn Foundation ha commissionato a Frost & Sullivan per verificare potenziali risparmi sui costi sanitari che potrebbero essere realizzati se, quando indicato, si utilizzassero integratori alimentari con dimostrata efficacia nel ridurre il rischio di malattia.

Un’analisi complessa, che ha incrociato i dati provenienti da studi osservazionali, trial clinici randomizzati e metanalisi che hanno valutato un rapporto causa-effetto tra consumo di un determinato integratore e outcome clinico. La quantificazione degli eventi risparmiati è stata poi tradotta nel suo impatto economico. Un esempio? Prendiamo il caso del magnesio, come sottolineato dagli Autori. Negli Stati Uniti, si è calcolato che, nel 2021, circa 13 milioni di persone di età pari o superiore a 55 anni abbiano sofferto di una coronaropatia, numero, secondo le previsioni, destinato a crescere fino a 16 milioni entro il 2030. Se questa popolazione avesse avuto livelli di magnesio ottimali, si sarebbero risparmiati 91 mila eventi cardiovascolari, sulla base dei dati presenti in letteratura. Se, come indicato, ogni evento cardiovascolare impatta per circa 31 mila dollari sui costi sanitari, si parla complessivamente di un risparmio annuale pari a due miliardi di dollari.

“Secondo i Cdc di Atlanta, il 75% della spesa sanitaria nazionale negli Stati Uniti viene destinata a coprire i costi delle malattie croniche, come coronaropatie, demenza, patologie oculari legate all'età e osteoporosi. Per non parlare dei costi legati alla mancata produttività. Tutte situazioni evitabili con interventi di tipo preventivo” si sottolinea nell’introduzione al documento. “Benché le istituzioni sanitarie non pongano grande attenzione sulla cosiddetta medicina preventiva, va crescendo la consapevolezza da parte dei cittadini di quanto oggi sia complicato ricevere un’assistenza adeguata quando ormai la malattia si è manifestata: costi elevati, trattamenti negati, rapporto medico-paziente sempre più frettoloso e superficiale, errori medici. Ecco perché oggi abbiamo cittadini più attenti, tesi a un maggiore controllo del loro stato di salute. Sui soggetti più a rischio, in particolare, è possibile concentrare maggiore attenzione, con strategie mirate e personalizzate. Tra queste, sicuramente il ricorso a integratori che hanno dimostrato, dati alla mano, efficacia come approccio preventivo”.

Di seguito, le sezioni in cui è articolato il report:

  • Acidi grassi Omega-3 e malattia coronarica
  • Magnesio e malattia coronarica
  • Fibra solubile e malattia coronarica
  • Vitamina K2 e malattia coronarica
  • Calcio e vitamina D e osteoporosi
  • Luteina e zeaxantina e degenerazione maculare senile
  • Vitamine del gruppo B e declino cognitivo
  • Probiotici, sindrome dell'intestino irritabile e produttività
  • Colina e sviluppo cognitivo della prima infanzia

Nell’infografica sotto riportata, il riepilogo delle principali evidenze emerse per area clinica.

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