Tuttavia se tale accumulo si associa a infiammazione e danno epatocitario, la condizione progredisce verso la steatoepatite di origine metabolica (MASH, Metabolic-Associated SteatoHepatitis), più grave, con possibile evoluzione in cirrosi, insufficienza epatica e cancro.
La patogenesi coinvolge vari meccanismi: insulino-resistenza con aumento di acidi grassi liberi circolanti, immagazzinati come trigliceridi nel fegato, aumentato stress ossidativo e danno alle cellule epatiche, con attivazione di vie infiammatorie. Tali meccanismi sono sensibili al miglioramento di alimentazione e attività fisica e all’utilizzo di integratori alimentari.
L’integrazione con acidi grassi omega-3 si associa a riduzione di grasso epatico e infiammazione. La vitamina E (tocotrienoli) può ridurre stress ossidativo e infiammazione epatica. L’alcaloide vegetale berberina, isolato dalle piante del genere Berberis, migliora la sensibilità all’insulina e riduce l’accumulo di grasso e la lipogenesi nel fegato. Il resveratrolo, da uva (Vitis vinifera) e vino rosso, è un potente agente antiossidante e antinfiammatorio che migliora la sensibilità all’insulina, riduce il grasso epatico e protegge gli epatociti dal danno ossidativo. La curcumina, principale attivo della Curcuma longa, ha proprietà antinfiammatorie e antiossidanti e modula infiammazione epatica e fibrosi. La silimarina, estratta del cardo mariano (Silybum marianum), ha potenti proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, inibisce la perossidazione lipidica e riduce la resistenza all'insulina. L’estratto di tè verde (Camellia sinensis), ricco di catechine, ha forti effetti antiossidanti e può migliorare la funzionalità epatica, con l’importante avvertenza relativa al limite di apporto giornaliero di epigallocatechina gallato di 300 mg. L'estratto di aglio (Allium sativum), per la presenza di allicina, migliora il metabolismo dei lipidi, aumenta la sensibilità all’insulina e riduce l’accumulo epatico di grasso, anche mediante proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. Gli estratti di C. aurantium e C. bergamia in studi preclinici e clinici sono risultati epatoprotettivi. Infine, probiotici e prebiotici (fibre alimentari da psillio e crusca d’avena, e destrine resistenti) possono migliorare il microbiota intestinale, riducendo l’infiammazione sistemica e svolgendo un ruolo significativo nella gestione del MASLD.
Maria Daglia, Silvia Migliaccio, Paolo Magni
Fondazione italiana per il cuore
BIBLIOGRAFIA
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