Dieta, integrazione e sport sono stati tra i temi trattati di recente a Milano in occasione del 5° congresso internazionale "Healthy lifespan - Positive nutrition, antiinflammation diet, physical activity and sport" organizzato dalla Fondazione Paolo Sorbini e promosso da Enervit e Technogym.
La creatina, somministrata in singola ed elevata dose, può aiutare a contrastare le alterazioni metaboliche e cognitive legate all’affaticamento da privazione del sonno. Questi i risultati di uno studio clinico da poco pubblicato su Scientific reports, rivista open access del gruppo Nature. Un’evidenza sorprendente, secondo gli Autori, giacché mette in discussione l’idea vigente che l’integrazione di creatina funzioni solo se prolungata nel tempo.
La creatina, un acido organico ottenuto dalla dieta (principalmente dalla carne rossa e dai frutti di mare) o sintetizzato endogenamente nel fegato, nei reni e nel cervello svolge un ruolo chiave nella bioenergetica cerebrale. La fosfocreatina e l'adenosina difosfato vengono, infatti, convertite in creatina e adenosina trifosfato (Atp) più velocemente della fosforilazione ossidativa e dei processi glicolitici. Dal momento che una sua integrazione aumenta il contenuto di creatina nel cervello e il rapporto tra fosfocreatina e Atp, c’è da diversi anni grande interesse sugli effetti neurocomportamentali e fisiologici della supplementazione.
Attenta analisi antropometrica, ematochimica, ormonale, dello stato di idratazione e di forza e potenza muscolari. Da qui, una strategia nutrizionale mirata, anche con l’impiego di integratori, ma solo se supportati da evidenze scientifiche e con l’obiettivo di fornire un aiuto per allenamenti e gara e non certo di marcare la differenza nella prestazione.