I sali aromatizzati con erbe aromatiche e spezie mediterranee potrebbero essere utilizzati, in alternativa al comune sale da cucina, nella dieta quotidiana sia dei soggetti sani che nei pazienti con deficit olfattivi per ridurre la quantità di sale nella loro dieta. Questa la conclusione di una ricerca pubblicata di recente su Nutrients. A parlarcene, due degli Autori, Antonella Rosa e Carla Masala, del dipartimento di Scienze biomediche dell’Università degli Studi di Cagliari.

Due studi tornano a mettere al centro della discussione il ruolo del sale come fattore di rischio cardiovascolare e predittivo di mortalità. Da una parte, si evidenziano i pericoli di un consumo eccessivo. Dall’altra, si puntano i fari sui rischi di consumo troppo basso.

Stanno facendo molto discutere i dati provenienti da uno studio internazionale multicentrico, pubblicato a inizio aprile da The Lancet, secondo i quali non c’è correlazione tra maggior consumo di sale e peggioramento clinico nei pazienti con scompenso cardiaco. Miglioramenti si segnalerebbero soltanto sul fronte di alcuni indicatori legati alla qualità di vita.

Cina e Usa sono i Paesi che possono mettere a rischio l’obiettivo che l’Oms si è data di ridurre entro il 2025 del 30% il consumo di sale a livello mondiale. Il dato emerge da uno studio pubblicato su Bmj open che ha esaminato decine di migliaia di prodotti trasformati a base di carne e pesce presenti nei supermercati di cinque nazioni che proprio l’Oms sta monitorando per verificare il trend rispetto agli obiettivi prefissati: Usa, Uk, Australia, Cina e Sud Africa.

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