Pubblicato in Videointerviste
Carlo La Vecchia
Docente di Epidemiologia
Università degli Studi di Milano
In uno studio condotto dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS di Milano, è stato esaminato, per la prima volta, l’effetto del consumo di pesce in scatola separatamente da quello di pesce fresco sul rischio di tumore al colon-retto. Lo studio è stato condotto nell’ambito delle attività dell’Italian Institute for Planetary Health (IIPH), in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano. I risultati ottenuti hanno messo in evidenza una riduzione del 34% circa del rischio di insorgenza di questo tipo di tumore nei soggetti che consumavano almeno due porzioni alla settimana di pesce in scatola sott’olio (pari a 80 grammi ciascuna). Il pesce è già noto abbia effetti favorevoli contro il cancro colo-rettale, ma il possibile ruolo del pesce in scatola non era chiarito. La ricerca ha analizzato i dati di due studi caso-controllo che, grazie al sostegno di Fondazione AIRC, sono stati condotti tra il 1992 e il 2010 in diverse aree italiane, coinvolgendo un totale di 2.419 pazienti con diagnosi di tumore al colon-retto e 4.723 controlli non affetti dal tumore. Il pesce in scatola è stato analizzato in base alla frequenza settimanale di consumo:
Bibliografia
Franchi C, et al. Inverse Association between Canned Fish Consumption and Colorectal Cancer Risk: Analysis of Two Large Case-Control Studies. Nutrients 2022; 14: 1663. doi: 10.3390/nu14081663