Salute vascolare: pesce azzurro e omega-3 benefici solo nei cardiopatici e non nei sani

17 Marzo 2021

Due porzioni di pesce a settimana aiutano a ridurre il pericolo di eventi cardio e cerebrovascolari (Cvd) ma solo nei soggetti a rischio. Questi i risultati di uno studio osservazionale pubblicato nei giorni scorsi su Jama internal medicine.

Come noto, i potenziali benefici derivanti dal consumo di pesce azzurro sono correlati alla presenza degli acidi grassi omega-3 a lunga catena (acido docosaesaenoico ed eicosapentaenoico). Mentre ci sono evidenze da studi di intervento sul ruolo degli omega-3 nel migliorare i fattori di rischio cardiovascolare come trigliceridi e pressione arteriosa sanguigna, le prove derivanti dalle metanalisi sono discordanti.

Nel tentativo di fare chiarezza su questo fronte, un team internazionale di ricercatori ha raccolto i dati di quasi 200 mila partecipanti a 4 studi osservazionali, per complessivi 58 paesi coinvolti. Le informazioni sul consumo di pesce sono state ottenute tramite questionari alimentari e correlati ai dati sull’incidenza di eventi o morte cardiovascolare.

Nello specifico, l’analisi aggregata ha coinvolto 191.558 individui, di età media pari a 54 anni, coinvolti in 4 studi di coorte: 147.645 (139.827 senza Cvd e 7.818 con Cvd) da 21 paesi nello studio Prospective urban rural epidemiology (Pure) e 43.413 con malattia vascolare da 3 studi prospettici condotti in 40 paesi. Lo studio è stato condotto tra gennaio e giugno 2020.

Nel corso dei nove anni di follow-up, lo scarso consumo di pesce (≤ 50 g / mese) non si è rivelato in correlazione con un maggior rischio di cardiopatie o morte cardiovascolare rispetto a un’assunzione decisamente più abbondante (350 g/settimana) nello studio Pure, condotto tendenzialmente su una popolazione non a rischio.

Al contrario, nelle tre coorti di pazienti con malattia vascolare, il consumo di almeno 175 g /settimana, equivalente circa a 2 porzioni, è risultato correlato a un rischio di eventi e di morte rispettivamente del 16 e 18% rispetto a 50 g/ mese. Una riduzione tendenzialmente a plateau, visto che nessun beneficio ulteriore si è evidenziato per consumi fino a 350 g/settimana. Il tipo di pesce più virtuoso è risultato esser quello azzurro, ricco in omega-3.

Questo il commento degli Autori: “I risultati dello studio suggeriscono che il consumo di almeno 175 g a settimana di pesce è associato a minor rischio di eventi cardiovascolari maggiori e mortalità tra chi presenta già una cardiopatia e non tra la popolazione generale. Riteniamo a questo punto necessari trial clinici randomizzati sugli effetti del pesce azzurro in persone cardiopatiche”.

Nicola Miglino

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