Gli integratori vengono considerati in grado di supportare il sistema immunitario, ma quali di questi possano essere associati a un minore rischio di infettarsi con questo coronavirus non è chiaro. Al fine di colmare questa lacuna conoscitiva, i ricercatori hanno individuato utenti adulti della app Covid-19 Symptom study, per verificare se coloro che facevano uso regolare di supplementi avessero una minore probabilità di risultare positivi al test Covid.
La app è stata lanciata nel Regno Unito, Usa e Svezia nel marzo 2020 per rilevare le informazioni auto-riportate sull’evoluzione della pandemia. All’inizio, questa ha registrato luogo, età e principali fattori di rischio dell’utente. Successivamente, agli iscritti, è stato chiesto di fornire aggiornamenti quotidiani su una serie di temi, inclusi eventuali sintomi, risultati di test su Covid-19 e cure mediche. Anche le persone senza chiari sintomi sono state incoraggiate a utilizzarla.
I ricercatori hanno analizzato i dati di 372.720 utenti britannici riguardo l’uso regolare di supplementi dietetici tra maggio e luglio 2020, nonché gli esiti di eventuali test. In questo periodo, 175.652 iscritti hanno dichiarato di assumere regolarmente integratori e 197.068 no. Circa due terzi (67%) erano donne e oltre la metà era sovrappeso (Bmi di 27).
Nei tre mesi, in tutto sono state 23.521 le persone che sono risultate positive al test per Sars-Cov-2 e 349.199 negative.
Il fatto di assumere probiotici, acidi grassi omega-3, complessi multivitaminici o vitamina D è risultato associato a un minore rischio di infezione da Sars-Cov-2, del 14%, 12%, 13% e 9%, rispettivamente, dopo aver corretto per possibili fattori interferenti, come le condizioni cliniche sottostanti e la dieta abituale. Non si sono rilevati gli stessi effetti per vitamina C, zinco o aglio. Tali benefici si sono rilevati solamente nelle donne, ad ogni età. Negli uomini l’associazione non è risultata chiara.
Risultati analoghi sono stati osservati sia in Usa (n= 45.757) che in Svezia (n=27.373), dove il rischio è risultato ridotto rispettivamente del 18 e 37% per i probiotici, del 21 e 16%, per Omega-3; del 12 e 22% per i complessi multivitaminici e del 24%e 19% per i supplementi di vitamina D.
Gli Autori richiamano l’attenzione sull’opportunità di realizzare trial clinici ad hoc per raccogliere gli elementi utili alla messa a punto di raccomandazioni evidence based.