Scoperto il batterio chiave che addestra il sistema immunitario nel neonato

23 Giugno 2021

Una carenza nel microbiota intestinale del neonato, durante i suoi primi 100 giorni di vita, di Bifidobatteri capaci di metabolizzare gli Oligosaccaridi dal latte materno (Hmo) si associa a infiammazione sistemica e squilibrio immunitario negli anni successivi. Un effetto potenzialmente mitigabile con una supplementazione specifica di Bifidobacterium infantis Evc001, secondo quanto suggerito da uno studio pubblicato nei giorni scorsi su Cell.

La ricerca ha seguito l’evoluzione del sistema immunitario di 208 bambini nati presso l'ospedale universitario Karolinska, in Svezia, tra aprile 2014 e dicembre 2019, valutando nei neonati anche la presenza di Bifidobatteri o altre specie microbiche in grado di metabolizzare gli Hmo. Per un’ulteriore verifica degli effetti benefici di queste specie batteriche, una seconda coorte dello studio ha preso in esame 40 bambini californiani allattati al seno, di cui solo la metà ha ricevuto anche una supplementazione con B. infantis EVC001.

I ricercatori hanno scoperto che neonati senza Bifidobacterium infantis Evc001 nel microbiota intestinale non erano in grado di metabolizzare zuccheri complessi del latte materno, gli Hmo, appunto. Il risultato è stato uno sviluppo alterato del sistema immunitario e un aumento significativo dell'infiammazione sistemica, come misurato tramite marker fecali. Inoltre, esperimenti in vitro hanno dimostrato che, mettendo a contatto metaboliti prelevati da microbiota di neonati allattati al seno privi di B. infantis EVC001 e cellule immunitarie immature, si orientava la differenziazione di queste ultime verso una popolazione di linfociti Th2 e Th17, associati allo sviluppo di malattie autoimmuni e allergiche.

Per contro, quando il latte materno veniva supplementato con B. infantis Evc001, la differenziazione in vitro procedeva verso popolazioni linfocitarie di tipo Th1, efficaci verso l’attacco di agenti esterni. Negli isolati di B. infantis EVC001, inoltre, i ricercatori hanno anche misurato livelli molto maggiori di interferone beta, un importante mediatore in grado di migliorare la capacità dell’organismo di controllare l'infiammazione e le infezioni virali.

Ulteriore scoperta, la capacità unica di B. infantis Evc001 di metabolizzare gli oligosaccaridi del latte umano producendo, tra i vari metaboliti, l’acido 3-indol-lattico, che, a sua volta, induce la sintesi di Galactina-1, un immunoregolatore in grado di silenziare l’attività di Th2 e Th17.

"Più del 90% dei neonati ha una grave carenza di B. infantis” commentano gli Autori. “Questo studio è un importante passo avanti nella comprensione del ruolo che B. infantis Evc001 gioca nella programmazione e nella differenziazione delle cellule immunitarie, nonché del controllo della risposta infiammatoria. Per la prima volta, infatti, siamo stati in grado di dimostrare da una parte, la capacità unica di B. infantis Evc001 di metabolizzare gli Hmo e, dall’altra, come questo sia direttamente correlato a una diminuzione dell'infiammazione enterica e sistemica. Si tratta di dati rilevanti perché, come ci indicano che neonati privi di B. infantis non possono metabolizzare correttamente gli Hmo con conseguenti rischi per lo sviluppo di un sistema immunitario sano, così ci suggeriscono una semplice soluzione, ovvero che la supplementazione precoce può arrestare i processi infiammatori e ridurre il rischio di sviluppare malattie immuno-mediate negli anni successivi”.

Nicola Miglino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

per tutta la vita per tutta la vita

", ha affermato il dottor Petter Brodin, MD, PhD, consulente pediatra e autore principale dello studio e professore di immunologia pediatrica presso il Karolinska Institute in Svezia.

 

 mostra la promessa in

mitigando questo riducendo Th2 e Th17

citochine nell'intestino attraverso

upregulation dell'immunoregolatore

fattore galectina-1.

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