A dare le indicazioni, Fabrizio Angelini, presidente Sinseb (Società italiana nutrizione sport benessere), nel corso del recente congresso Sinut (Società italiana di nutraceutica) svoltosi a Bologna
“L’infortunio, che sia di natura tendinea, muscolare, articolare o ossea, è una delle problematiche più frequenti che colpisce sia l’atleta amatoriale che professionista”, sottolinea Angelini. “Al di là della tipologia e delle cause, il punto chiave del recupero risiede in un intervento articolato su più punti, ovvero la nutrizione, la supplementazione e la riabilitazione”.
Ancora prima di predisporre un piano nutrizionale adeguato, è di fondamentale importanza andare a valutare sia il quadro antropometrico che di forza muscolare dell’atleta. Questo permette di andare a stabilire al meglio l’intervento che si vuole mettere in atto.
“Le metodiche di valutazione della composizione corporea più utilizzate vanno dalla semplice raccolta dei dati antropometrici, fino ad arrivare agli esami più approfonditi, quali la densitometria ossea, o Dxa Total body e la bioimpedenziometria con analisi vettoriale, o Biva”, precisa Angelini. “Relativamente ai test di valutazione della forza muscolare invece, a livello ambulatoriale viene spesso utilizzato il cosiddetto Hand grip test, anche se non è l’unico”.
Secondo l’esperto, poi, l’approccio a livello nutrizionale si deve basare su alcuni elementi portanti: l’idratazione, il fabbisogno energetico, la ripartizione di macro e micronutrienti e, infine, il contrasto dei fenomeni di acidosi muscolare e di infiammazione.
“In particolare - sottolinea - la distribuzione dei macronutrienti deve essere bilanciata. I carboidrati devono rappresentare circa il 30-40 % del fabbisogno giornaliero, mentre le proteine, che sono alla base della struttura muscolare, devono rappresentare almeno il 30%, con grammature non inferiori a 1,6 g per kg di peso corporeo e che possono arrivare fino a 2,5 g per kg di peso. Non possono infine mancare i grassi cosiddetti buoni, dirigendo sempre l’alimentazione verso un adeguato consumo di pesce”.
Un ultimo elemento chiave, infine, risiede nella supplementazione.
“In particolare, i supplementi utilizzati nella riabilitazione post infortunio sono quelli che hanno azione anti-catabolica, pro-anabolica ed ergogenica”, conclude Angelini. “Tra questi troviamo la creatina, che ha anche effetti positivi sul recupero post-esercizio e sulla prevenzione degli infortuni, gli acidi grassi Omega 3, grazie alle loro spiccate proprietà antiinfiammatorie e, infine, la vitamina D, grazie alle sue importanti azioni sulle ossa, sulla forza e sulla potenza muscolare. Ricordiamo, però, che al fine di ottenere la guarigione dell’atleta, fondamentale è un approccio di tipo multidisciplinare e di collaborazione tra staff medico, fisioterapico e nutrizionale, l’unico che potrà garantire un’ottimizzazione dei tempi di recupero e di ripresa della normale attività sportiva”. (n.m.)