Vitamina D in gravidanza: evidenze sui dosaggi da una review Cochrane

04 Novembre 2019

La supplementazione di Vitamina D in gravidanza a dosi superiori a quelle raccomandate di 600 Ui/die riduce il rischio di diabete gestazionale, ma non influisce in altri ambiti della salute sia della mamma sia del bambino, quali pre-eclampsia, diabete gestazionale, parto pretermine e basso peso alla nascita. Al contempo, superare la dose massima raccomandata pari a 4.000 Ui/die non si rivela pericoloso per la donna stessa e il nascituro.

Queste le conclusioni di una review Cochrane resa pubblica nelle scorse settimane.

“La carenza di vitamina D durante la gravidanza aumenta il rischio di pre-eclampsia, diabete gestazionale, parto pretermine e basso peso alla nascita”, sottolineano gli autori. “In una precedente revisione sistematica abbiamo potuto evidenziare come l'integrazione con sola vitamina D, può ridurre il rischio, mentre, in combinazione con il calcio, aumenta il pericolo di nascite pretermine. Tuttavia, gli effetti di diversi regimi di vitamina D non sono ancora chiari. Perciò abbiamo deciso di indagare gli esiti di una supplementazione con dosi di Vitamina D superiori a quelle indicate attualmente (600 Ui), sulla gravidanza e sulla salute neonatale, nonché verificare se dosi superiori a quelle massima raccomandata (4.000 Ui/die) fossero utili o pericolose”.

In tutto, sono stati selezionati da diversi database 34 trial clinici. Di questi, 19, condotti su 5.214 donne, suggeriscono che l'integrazione con 601 Ui/die o più di vitamina D durante la gravidanza può ridurre il rischio di diabete gestazionale ma, rispetto a dosi inferiori a 600 Ui/die, incide poco o nulla sul rischio di pre-eclampsia, parto pretermine o basso peso alla nascita.

Gli altri 15, con 4.763 donne coinvolte, indicano che l'integrazione con 4.000 Ui/die o più, rispetto a dosi inferiori a 3.999 Ui/die, non influisce su alcun outcome preso in esame.

In generale, sono stati riportati effetti collaterali minimi o nulli tra i gruppi, pur evidenziando difformità nella reportistica dei diversi trial.

 

 

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