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Azione antinfiammatoria degli alimenti fermentati

23 Maggio 2023

Gli stili alimentari associati a una riduzione dell'infiammazione sono spesso accomunati dalla presenza di specifici alimenti ed è quindi importante interrogarsi sulla loro composizione nutrizionale, in modo da poterli utilizzare al meglio nell’alimentazione quotidiana.

Di recente, un gruppo alimentare sotto la lente scientifica è quello dei prodotti lattiero-caseari fermentati, ovvero prodotti da latte crudo sottoposto a fermentazione da parte di batteri lattici o co-fermentazione di batteri lattici, bifidobatteri e lievito: yogurt, latte fermentato e kefir. Rispetto al latte non fermentato, questi alimenti hanno mostrato diversi vantaggi a livello del tratto gastroenterico: migliorano la digestione del lattosio, riducono i sintomi di intolleranza e la distensione dello stomaco, accelerano il transito orocecale e del colon nella malattia infiammatoria intestinale.

Negli ultimi dieci anni, la relazione tra consumo regolare di questi alimenti e fattori di rischio cardiovascolare è stata valutata mediante studi prospettici di coorte e l'effetto della supplementazione probiotica aggiunta in una matrice lattiero-casearia sui parametri coinvolti nel rischio cardiometabolico è stato valutato da studi randomizzati controllati. Negli studi prospettici, il latte fermentato è stato associato a una riduzione del 4% del rischio di ictus, cardiopatia ischemica e mortalità cardiovascolare; l'assunzione di yogurt è stata associata a una riduzione del rischio del 27% per il diabete di tipo 2 e del 20% per lo sviluppo della sindrome metabolica.

Negli studi randomizzati, l'integrazione probiotica aggiunta nelle matrici lattiero-casearie ha prodotto una maggiore riduzione dei biomarcatori lipidici rispetto a quando aggiunta in capsule/polvere in soggetti ipercolesterolemici e l'integrazione probiotica da capsule/polvere ha prodotto una maggiore riduzione dei biomarcatori di diabete rispetto a quando aggiunta nelle matrici lattiero-casearie nei soggetti diabetici. Entrambi i trattamenti (matrice lattiero-casearia e capsule/polvere) hanno determinato una significativa riduzione dei parametri antropometrici nei soggetti obesi. In sintesi, il consumo di latte fermentato è stato associato a un ridotto rischio cardiovascolare, mentre l'assunzione di yogurt è associata a un ridotto rischio di sviluppo di diabete e sindrome metabolica nella popolazione generale.

Una revisione del 2022 suggerisce che una maggiore assunzione di prodotti lattiero-caseari fermentati può avere un certo potenziale nel ridurre il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 a lungo termine, come già rivelato da studi di coorte longitudinali. Una protezione simile è stata ribadita anche dai pochi studi sperimentali controllati a breve termine su animali e uomo, che hanno identificato miglioramenti nei marcatori di controllo glicemico in associazione con l'assunzione di quantità specifiche di prodotti lattiero-caseari fermentati da varie fonti, tra cui latte di capra e vacca.

Sebbene un numero modesto di studi controllati abbia costantemente rivelato miglioramenti nei biomarcatori di controllo glicemico con assunzione a breve termine di latticini fermentati in individui diabetici, sono necessari ulteriori studi per confermare tali benefici terapeutici.

Altro tassello nella comprensione del ruolo giocato da questi prodotti alimentari arriva da una metanalisi appena pubblicata su Nutrition, metabolism & cardiovascular diseases in cui l’obiettivo era quello di esplorare i loro effetti sui biomarcatori infiammatori.

Gli autori hanno ottenuto alcuni risultati statisticamente significativi: la proteina C-reattiva è diminuita nei partecipanti con malattie metaboliche, l'Ifn-γ è aumentato solo nell'intervento che è durato ≥12 settimane, solo con yogurt e solo nella popolazione sana. Infine, non vi è stato alcun effetto significativo sul fattore di necrosi tumorale-alfa, interleuchina (Il)-6, Il-10 e Il-2. Questo studio non è riuscito però a chiarire il ruolo giocato dai grassi: i risultati di 35 studi su prodotti lattiero-caseari ad alto contenuto di grassi e 20 studi su prodotti a basso contenuto di grassi hanno mostrato che il punteggio infiammatorio medio di ciascuna categoria di prodotti indicava un'attività antinfiammatoria sia per i primi che per i secondi e il punteggio infiammatorio medio nella categoria di prodotti a basso contenuto era inferiore a quello nella categoria ad alto contenuto; questa differenza non ha raggiunto però la significatività statistica. 

Silvia Ambrogio

Bibliografia

  • Effects of fermented dairy products on inflammatory biomarkers: A meta-analysis. Nutrition, Metabolism & Cardiovascular Diseases (2023) 33, 471e482.
  • Fermented dairy products, probiotic supplementation, and cardiometabolic diseases: a systematic review and meta-analysis. Adv Nutr 2020;11:834e63.
  • Invited review: potential effects of short- and longterm intake of fermented dairy products on prevention and control of type 2 diabetes mellitus. J Dairy Sci 2022;105
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